Cambiare l’acqua ai fiori

41libroRicorda la delizia che accoglie lo spettatore cinematografico di fronte alla visione di certe commedie del cinema francese, quelle per intenderci a firma di Truffaut, Rohmer. Resnais, Malle, Lelouch, Molinaro, Boisset, Sautet e infiniti altri con quella capacità unica di affrontare tematiche universali con leggerezza e profondità di un gusto inimitabile.
Questo romanzo di Valérie Perrin Cambiare l’acqua ai fiori (Edizioni E/O traduzione di Alberto Bracci Testasecca pagg. 476 euro 18) rientra nel contesto, del resto l’autrice è la moglie di Claude Lelouch (“Un uomo una donna” tra i tanti altri) e lavora nel mondo dell’arte e per anni è stata fotografa di scena per numerose produzioni cinematografiche francesi.
Violette Toussaint già nel nome porta un destino (tutti santi) sin da quando abbandonata dalla madre alla nascita sarà oggetto di numerosi affidamenti con alterne fortune. Si innamorerà di un bel ragazzo che la renderà madre con molte trascuratezze da subire. Il lavoro della coppia alla custodia di un passaggio a livello ferroviario precederà in seguito alla automatizzazione dello stesso un successivo incarico come custode di un cimitero in una piccola città della provincia. Il nuovo lavoro, col compagno che predilige il vagabondaggio in motocicletta con fini di ricerca sessuale, porterà la ragazza, di suo già abituata ad occuparsi solo di lavoro e famiglia, a prendersi cura del piccolo cimitero con un interesse vero per i suoi abitanti stanziali cui dedica cure gentili intrecciando coi visitatori rapporti a volte amicali e costituendo con gli incaricati dei servizi funebri ed il parroco locale una sorta di famiglia allargata in cui il pettegolezzo è consentito e la comunità dei morti e dei vivi intreccia la realtà con la fantasia anche perchè ben presto attorno alle tombe si manifestano se non fantasmi e leggende anche realtà celate e qualche volta irraccontabili.
Nascono anche amicizie tra i visitatori e gli stanziali. Per questo la visita di un poliziotto di Marsiglia che si presenta per collocare le ceneri della madre presso la tomba di uno sconosciuto, per il poliziotto, darà la stura ad una sorta di poliziesco che coinvolgerà Violette con imprevisti effetti. Nell’intreccio che ne segue tra eventi buffi ma purtroppo anche tragici ed un incidente sconvolgente sposterà l’attenzione di tutti verso imprevedibili risultati.
Avremo risposte per molte delle vite racchiuse tra due date nelle lapidi ma su tutto giganteggia il personaggio di una donna che offesa in maniera indicibile dalla vita non accetta mai la sconfitta con meravigliosa ostentazione. E se il luogo al centro della storia appare ovviamente come immobile nel raccogliere sopratutto destini definitivi , la strana e straordinaria compagnia dei vivi ci avvolge con la grazia di un minuetto in cui un vorticare inesausto di storie travolge per la solare semplicità del suo assunto come per gli ininterrotti esiti che comporta.
Privo di sentimentalismo ma con al centro sentimenti veri il romanzo procede con continui cambi di prospettiva dando il giusto ruolo a protagonisti e comprimari, mai figurine di contorno ma sempre grandi caratteristi. Proprio come nel cinema dei migliori dove niente viene lasciato al caso nella realizzazione perfetta e compiuta che solo i veri romanzi sanno raggiungere. E questo la raggiunge eccome.

Ariodante Roberto Petacco