Indipendenza e libertà non si misurano con la trasgressione

violenzaHanno detto tutto. Niente da aggiungere né da togliere alla sconcertante dichiarazione di una mamma ed una figlia che, con forza e coraggio, hanno dato avvio all’indagine che ha portato a galla le oscenità che avvenivano a Pianoro di Bologna, in una villa denominata, non a caso “Villa Inferno”. La ragazza vi sarebbe stata coinvolta quando era ancora minorenne.
Solo incredulità, sconcerto ed angoscia nell’apprendere che otto uomini adulti, all’apparenza rispettabili, con ottimi impieghi, sono stati indagati e messi in stato di arresto per aver organizzato festini a base di droga e sesso, con ragazze giovanissime.
Riflettori televisivi puntati, opinioni e dibattiti su fatti che, come adulti, non ci possono far restare indifferenti, seppellendo il tutto in un affrettato dimenticatoio. Sovente si catalogano certi comportamenti come episodi che non fanno testo, che non vanno generalizzati. Per timore, forse che, come un boomerang, gli sbagli degli adolescenti rimbalzino sui genitori.
“Fenomeni isolati che non toccheranno mai i nostri figli” si preferisce pensare. Ed invece ciò che è successo sulle verdi colline di Pianoro si nasconde dietro l’angolo, che crediamo sicuro, in qualsiasi città. Del resto, in questo nostro tempo nebuloso e contraddittorio, è facile passare dal virtuale al reale, da un mondo fatto di spiagge assolate, discoteche e corpi tirati a lucido… al buio di un baratro, sinonimo di vuoto, del nulla, della perdita della stessa dignità. I passi verso la trasgressione diventano sempre una cavalcata verso la rovina.
Non è affatto normale andare oltre, superare il limite della decenza. Non è segno di indipendenza o di libertà fare ciò che è sbagliato, per sé e per gli altri, illudendosi di guardare i coetanei con l’ironia beffarda del protagonismo, mentre il prezzo altissimo permane il pagamento col proprio stesso corpo.
Ma le proposte restano allettanti e pure il facile guadagno, quasi l’affermazione di un sé che altrimenti non esisterebbe o non si noterebbe. Crepet invita sempre i genitori a parlare con i figli, trasmettendo loro idee e ideali, invece di tante cose materiali.
I figli, a volte, hanno due identità: quella apparente di bravi ragazzi, con cui tranquillizzano i genitori, e quella nascosta, per scoprire la quale bisogna ascoltare, scavare.
La ragazza di Bologna, che mai rimarginerà le ferite dell’anima, ha avuto coraggio: merce rara nel contesto attuale in cui l’applauso sembra andare alla trasgressione. In un mondo super connesso, dove crediamo di conoscere tutto, chissà quante “Ville Inferno” inghiottiscono il silenzio di questi nostri adolescenti, abbagliati dalle luci di falsi paradisi, con la voglia di provare tutto e subito.
Diamoci da fare per recuperare e mettere in campo l’autorevolezza che ci spetta come genitori, educatori, politici. La testimonianza valoriale paga sempre. Pensiamoci. Troppo alta la posta in gioco.

Ivana Fornesi