San Miniato al Monte: mille anni di storia e di bellezza della abbazia fiorentina

Venne inaugurata il 27 aprile 1018: il vescovo fiorentino Ildebrando aveva recuperato le reliquie di Miniato, un protomartire ucciso nel 250 dai soldati romani dell’imperatore Decio

14San_Miniato_al_MonteAbbiamo una carta che ci fornisce la data precisa dell’inaugurazione dell’abbazia benedettina di San Miniato al Monte sulla collina occidentale di Firenze: è 27 aprile 1018. L’autorevole vescovo fiorentino Ildebrando in quella data recupera fra le rovine di una piccola chiesa di età carolingia le reliquie di Miniato, un protomartire dell’Armenia ucciso nel 250 dai soldati romani dell’imperatore Decio, e pone la prima vera pietra di fondazione di una nuova Basilica per accogliervi con adeguato onore i resti del Santo eponimo.
Consegna anche il pastorale al prete Drogo e lo fa il primo abate di una comunità della Regola di San Benedetto chiamata a vivere su quel monte in operosa fraternità di preghiera e di lavoro.
I lavori di costruzione durano fino al 1207; è stato edificato un capolavoro, uno dei massimi modelli per tutte le bellissime chiese del romanico toscano, con facciate a fasce marmoree con alternanza di nero e bianco o di verde e bianco.
Salendo da piazzale Michelangelo in alto appare la facciata in bicromia bianco/verde di marmo di Prato a scomparti geometrici e a due ordini di livello, il primo a terra presenta cinque arcate cieche a tutto sesto, suddivise da semicolonne con capitello corinzio, sopra il secondo ordine è innalzato solo sulla navata centrale, diviso in tre spazi rettangolari divisi da lesene, con finestra a edicola sul portale centrale sormontata da mosaico realizzato nel sec. XIII.
14San_Miniato_al_Monte3L’interno, come è tipico dello stile romanico, è a tre navate, con imponenti archi a grande raggio divisi da colonne che si alternano a pilastri che scaricano il peso del tetto a capriate. Il ritmo è trino: tre navate, tre piani della struttura: la cripta con la tomba che contiene le reliquie corporee di Miniato, il pavimento e il presbiterio sopraelevato per la spinta in alto dei volumi sottostanti.
Le pareti sono ornate da opere di grandi artisti: Michelozzo, Luca della Robbia, Agnolo e Taddeo Gaddi, Rossellino; grande il mosaico nell’abside con Cristo benedicente tra Maria e San Miniato, il pavimento di marmo è a intarsio, chiuso da recinto marmoreo sta un pulpito molto pregevole. Il complesso monastico comprende anche il palazzo dei Vescovi con chiostro e il Cimitero monumentale detto anche “Delle porte sante”.
L’architettura dell’abbazia riquadra, geometrizza e risolve in una relazione di verticali e di orizzontali un calcolato equilibrio di misure e di volumi, con una concezione dello spazio che si esprime come una filosofia della perfezione trinitaria.
In questo orizzonte concettuale sono pensate le celebrazioni del millenario anniversario con eventi da gennaio ad aprile 2019, che spiegano che San Miniato al Monte è diventato per Firenze la “porta del cielo”, “la porta della speranza”, laboratorio di “convivenza evangelica e segno e sogno di pace”: è una prospettiva che fa riscoprire l’avventura di dieci secoli di bellezza, fede e speranza, che noi possiamo assimilare per essere meno in ansia per il presente e il futuro.

Maria Luisa Simoncelli