
Il 20 settembre 1918 ricevette le stimmate che scomparvero miracolosamente cinquant’anni dopo, pochi giorni prima della morte avvenuta il 23 settembre 1968. Dopo anni di persecuzione, a Padre Pio venne concesso di svolgere il suo ministero liberamente. Beatificato nel 1999 è stato canonizzato il 6 giugno 2002. Potrebbe essere presto elevato a patrono d’Italia come S. Francesco e Santa Caterina.
“Padre Pio da Pietrelcina è d’un’eleganza morbida e potente, di un’umile fierezza dai tocchi pieni e serafici. La sua carne non oserei toccarla, perché privarmi di quel contatto è gioia di venerazione. Dal cappuccio e dalla sua veste che piomba dalle sue spalle con la maestà dello straccio rosso che scende dall’omero scarno del Salvatore sputacchiato, si erge un lungo collo bianco che sembra aver abbandonata la maschia forza dei muscoli per la virile potenza di una carne innocente al giogo di Gesù. I suoi lineamenti ricordano l’uomo rozzo, ma l’espressione li trasforma in bellezza forte e composta. Quando parla la sua voce è scalpello che batte su punti sicuri di marmo umano, ma le sue labbra non sembrano nemmeno sfiorarsi e lasciano intravedere la lingua fragrante di Eucarestia. Ha gli occhi ombreggianti di folte sopracciglia e la luce delle pupille nere è fonda come la grazia di Dio; la sua fronte pensosa sembra portare i peccati del mondo”.
Così si esprimeva Attilio Mordini in “Povertà regale”. Il santo nazional-popolare per eccellenza, la cui effige compare nelle case, nelle auto e sui camion, anche se ciò non corrisponde alla sua reale identità e spiritualità. “Padre Pio è un po’ il patrono d’Italia”, afferma il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il quale auspica inoltre “che la devozione per San Pio non sia solo ammirazione ma desiderio profondo di imitarlo. I santi ci sono donati per questo, quali Vangelo vivente da cui trarre esempio”.
Taumaturgo e apostolo del confessionale
Francesco Forgione nasce a Pietrelcina, in provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel convento di Santa Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale. Il 20 settembre 1918 il cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. La sua celletta, la numero 5, portava appeso alla porta un cartello con una celebre frase di S. Bernardo: “Maria è tutta la ragione della mia speranza”. Maria è il segreto della grandezza di Padre Pio, il segreto della sua santità. A Lei, nel maggio 1956, dedica la “Casa Sollievo della Sofferenza”. Muore il 23 settembre 1968, a 81 anni. “Farò più rumore da morto che da vivo”, aveva pronosticato lui con la sua solita arguzia. Quella di Padre Pio è veramente una “clientela” mondiale. Perché tanta devozione per questo san Francesco del sud? Padre Raniero Cantalamessa lo spiega così: “Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio – come un giorno correva dietro a Francesco d’Assisi – è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l’amore”.
A cinquant’anni da quel 23 settembre 1968, quando il frate dal Gargano nacque al Cielo, trapela dunque la possibilità che possa essere prossimamente elevato al rango di patrono d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi e Santa Caterina. Sarebbe così elevata liturgicamente al rango di “festa” la “memoria” di colui che a tutti gli effetti è uno dei santi più amati e venerati in Italia, insieme a Santa Rita da Cascia, Sant’Antonio da Padova e San Giovanni XXIII.
Ricorre però quest’anno anche il centenario di quel 20 settembre 1918 in cui Padre Pio celebrò la Santa Messa all’altare dell’Immacolata e subito dopo, durante il ringraziamento, ebbe il dono delle sante stimmate dal Crocifisso del coro. Verso le nove di mattina di quel giorno, mentre da solo era raccolto in preghiera, vide stagliarsi Gesù che perdeva sangue dalle mani, dai piedi e dal costato. Sgomento, invocò l’aiuto del Signore e allora vide che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue: “Tutto il mio interno piove sangue e più volte l’occhio è costretto a rassegnarsi a vederlo scorrere anche al di fuori”; “temo di morire dissanguato” (Epistolario, 2004, pp. 1090-1094). La fama di santità che iniziò a circondare Padre Pio finì per allarmare le autorità religiose.

A Milano, padre Agostino Gemelli, che stava per fondare l’Università cattolica del Sacro Cuore, entrò e fu invitato ad entrare in allerta. Compì una visita a San Giovanni Rotondo fra il 19 e il 20 aprile 1920, dopodiché inoltrò al tribunale vaticano del Sant’Uffizio un severo rapporto, nel quale non si accontentò di denunciare la “atmosfera di suggestione” che circondava Padre Pio, ma da psicologo e da istologo diagnosticò le stigmate quali manifestazioni somatiche di una “sindrome isterica”, considerando il frate uno psicopatico.
Occorreva, dunque, a suo giudizio, togliere il frate dall’ambiente in cui si trovava sottoponendolo all’esame di una commissione formata da un medico, da uno psicologo, da un teologo.
Sotto diversi pontificati proseguì la persecuzione nei suoi confronti, fino a quanto con Paolo VI, nel febbraio del 1964, i vertici del Sant’Uffizio comunicarono alla Provincia cappuccina di Foggia come fosse volontà del Santo Padre che il frate svolgesse il suo ministero in piena libertà. Il 20 settembre 1968, ormai in fin di vita, celebrò la Santa Messa nel cinquantesimo anniversario delle stigmate, che in quell’ultima volta sul Calvario scomparvero miracolosamente.
Padre Pio aveva richiesto ed ottenuto di poter continuare a celebrare secondo il rito antico, riluttante nei confronti della riforma liturgica richiesta dal Concilio Vaticano II. Si spense tre giorni dopo, alle 2,30 della notte. Ai suoi funerali parteciparono più di centomila persone.
Cinquant’anni dopo, in seguito al processo già istruito sotto Paolo VI, Padre Pio, beatificato il 2 maggio 1999 e canonizzato il 16 giugno 2002, è amato e invocato ovunque in risposta dei suoi delatori intraecclesiali in vita e in morte. Alla sua memoria è stato dedicato il nuovo santuario a San Giovanni Rotondo, opera dell’archistar Renzo Piano, che con il suo sfarzo poco sembra rispecchiare la spiritualità dell’umile frate di Pietrelcina.
Don Fabio Arduino