Clemente Castelli, la passione di scolpire  facce modellando sassi di fiume

Presentato un libro a Bagnone

36Facce_fiume_pietraAl tavolo dell’incontro nella sala polifunzionale del Museo della Memoria di Bagnone il 22 settembre c’era Clemente Castelli, un uomo semplice, un garfagnino di 81 anni di Nicciana, paesino prossimo a Piazza al Serchio, sarto e poi postino, gran camminatore sui percorsi della via del Volto Santo e lungo il torrente Acqua Bianca. A parlare delle sue “Facce del fiume” c’erano persone ricche di competenze artistiche e culturali, che hanno illustrato il significato e la qualità poetica delle facce che Clemente da oltre settanta anni scolpisce su selce e calcare.
Lo hanno fatto Matteo Marginesi e Francesca Guastalli, funzionari dei servizi culturali del Comune di Bagnone presentando l’evento, e Rossana Piccioli presidente della Fondazione Alessandro Malaspina introducendo il libro “Le facce del fiume”, Tarka edizioni, alla presenza degli autori Oreste Verrini di Tresana, docente di discipline economiche all’Università di Pisa, e Angelica Polverini insegnante all’Accademia di Carrara e ora a Torino. Le osservazioni critiche espresse negli interventi hanno sottolineato somiglianze col primitivismo dell’arte africana, una relazione non indotta da un tirocinio artistico come poté essere per Picasso e forse Modigliani, ma in Clemente solo per una creatività “naif” che gli fa già vedere nel sasso il volto stilizzato di un paesano.
facce del fiumeCon le ovvie distanze è il fare di Michelangelo con la sua arte del porre e del levare. Verrini ha rilevato le qualità umane dell’amico scultore incontrato per caso e l’aiuto delle statue a mantenere viva Nicciana, ad attrarre e incuriosire ragazzi e pellegrini. Non ne ha mai venduta una, sono la sua anima, non se ne potrebbe distaccare. Angelica Polverini nel libro esamina le opere e le raggruppa per categorie dei sentimenti, traduce in parole le emozioni dell’artista, che vive con disagio la perdita di calore umano, di pazienza del tempo presente in cui tutto va di fretta e superficialità, fa analisi mettendo a confronto la parte perfettamente levigata con la parte non finita di materia grezza, forma di tutte le sculture: è uno stare insieme di autore, pietra, territorio.
Il tempo della vita che passa e i reumatismi impediscono a Clemente le camminate di un tempo lungo il torrente per individuare sassi da lavorare, ma l’amore e la soddisfazione per quel che ha modellato danno serenità e saggezza a questo amabile vecchio, che ora ha anche il piacere di vedere conservato in un buon libro ricco di fotografie quanto ha dato senso alla sua vita.

(m.l.s.)