La SS. Annunziata un borgo, la sua gente

Presentato il libro di Giuseppe Bucchioni: fede mariana e storia sulla Francigena

47annunziata_ponte_chiesaNon c’era ancora nulla della SS. Annunziata nel 1508, quando la Comunità pontremolese, reduce dal disastroso incendio perpetrato dagli Svizzeri di Carlo VIII, ricostruiva il proprio catasto. Pochi “fuochi” appartenenti alla vicinia di San Pietro, o “Monasterium”, dipendente da Brugnato: probabilmente fu per questo che papa Sisto IV incaricò mons. Bartolomeo Uggeri, vescovo della diocesi ligure, di affidare, nell’agosto 1474, la realizzazione del convento agli Agostiniani riformati di Lombardia. Ed era stato lo stesso Uggeri, qualche mese prima a porre la prima pietra del tempio che, finalmente, la Comunità pontremolese si era decisa a finanziare là dove la Vergine era apparsa ad una ragazza di Torrano.
È una delle tante notizie che Giuseppe Bucchioni ha raccolto nel suo volume, presentato sabato 10 dicembre ad un numerosissimo pubblico nella chiesa della SS. Annunziata, alla quale – è opportuno sottolinearlo – l’Autore ha fatto dono dei proventi della vendita del libro. “Il Borgo della SS. Annunziata di Pontremoli. Fede mariana e storia sulla Francigena” (Pontremoli, 2016, pp. 206, 15 euro) è derivato da una vecchia fotografia, accanto al Borgo (di cui Bucchioni è originario e dove ha trascorso gran parte della vita) non c’era la strada statale; e fra il Magra e le case proliferavano gli orti che gli abitanti strappavano al fiume, ridissodandoli dopo ogni piena. Il volume, dopo la Prefazione a firma del parroco sac. Lorenzo Piagneri e la premessa e l’introduzione dell’autore, si dipana, fino alla conclusione, attraverso 12 agili capitoli, che portano all’attenzione le caratteristiche del sobborgo pontremolese, il suo sviluppo, la realizzazione della chiesa e del convento, affidati agli Agostiniani (dei quali sono visitati i rapporti non sempre idilliaci con la Comunità), le vicende correlate al ponte sul Magra, alla strada carrozzabile, la creazione della Parrocchia e la soppressione del Convento, fino all’epoca napoleonica ed alla situazione demografica ed economica alla metà dello scorso secolo.
Si coglie il filo conduttore che sostiene l’opera. Borgo, vita di fede, eventi storici e viabilità formano un sistema che non avrebbe senso se uno di questi fosse trascurato. La SS. Annunziata è il frutto di una scelta di fede, iniziata colla maestà sulla Francigena ove la giovane Miliani affermava di aver incontrato Maria Vergine, proseguita con il concorso di fedeli e con il tempietto fatto costruire dal Villani, esaltata dalla realizzazione della chiesa e del convento e venuta meno in epoca moderna.
Poi, la grande storia, cui Bucchioni dedica puntuale attenzione (non esiste una storia locale avulsa dai grandi eventi) e la viabilità, con il ponte di Saliceto, sorto là dove un tempo si guadava il Magra e che questo fiume spesso rendeva impraticabile. Ma soprattutto l’attenzione va alla gente che ha abitato Borgo, talora godendo della prosperità che Santuario, ponte e viabilità apportavano, tal altra soffrendo il passaggio di eserciti che depredavano le povere case, lasciando malattie, carestie e lutti. Poi l’urbanistica, rimasta sostanzialmente invariata a differenza della demografia.
Un borgo che negli anni Settanta-Ottanta del Novecento ha cercato di risorgere, ma che oggi è privo di quella imprenditorialità che ne aveva fatto la fortuna. Infine, un cenno all’apparato iconografico, ai documenti storici a puntuale conferma di quanto affermato e, soprattutto, alla lettura del catasto Leopoldino del 1826 e di quello del 1910, attentamente analizzati, così come il Censimento del 1951, che hanno consentito all’Autore di darci un’indagine interessante.

Giulio Armanini