
è tempo di Giubileo e l’Istituto Demopolis ha voluto tastare il polso della popolazione con una ricerca sul tema: “Gli italiani e le sfide della Chiesa di Papa Francesco nell’anno del Giubileo”. Non mancano le sorprese. Sono passati ormai 12 anni dall’inizio del suo pontificato, ma papa Francesco conserva quasi intatti il consenso e la fiducia degli italiani: il 76% dichiara di aver fiducia in lui. Così riassume i dati il direttore dell’Istituto Pietro Vento: “Papa Francesco, sin dal primo anno di pontificato, è la figura pubblica della quale gli italiani si fidano di più: ben oltre la fede e la pratica religiosa. Piace la sua sintonia con i bisogni reali delle famiglie, la chiarezza e la spontaneità delle sue parole”. La percentuale di chi ripone la fiducia nella Chiesa è abbondantemente più bassa, riscuotendo il 45%. Comunque, dati i tempi che corrono per le istituzioni, resta un buon risultato. Inoltre il 72% degli intervistati si dichiara cattolico anche se uno su sei di dice “praticante con la partecipazione regolare alla Messa domenicale.
Se c’era qualche incertezza sulla scelta della speranza come tema centrale per l’Anno Giubilare la risposta sta nel 75% di persone che affermano che nel mondo contemporaneo esiste una crisi evidente della speranza. Sono interessanti le “attese” degli italiani. Al primo posto con il 70% troviamo «l’impegno per la pace in tutte le aree di guerra», seguito dal «combattere le cause strutturali della povertà e della fame», con il 58% e «l’impegno contro le diseguaglianze» che supera di poco la metà dei voti (51%). Seguono «attenzione alla dignità di ogni persona» (44%), «tutela dell’ambiente» (40%) e «impegno per la fratellanza universale» (31%). In pratica sono i temi cari al pontefice.

Se ne ha un riscontro anche quando si chiede di indicare “le caratteristiche distintive del magistero di papa Francesco”. Col 68% troviamo il suo «richiamo costante alla pace contro le guerre e alla fratellanza contro l’odio», «l’attenzione agli ultimi e ai più deboli con il ritorno al Vangelo» con il 60%, la «spontaneità, il linguaggio e modo di comunicare», 51%, «l’attenzione verso i giovani come protagonisti del futuro» (44%), «l’impegno per una Chiesa accogliente nei confronti di tutti» (42%), un «impegno nel rinnovamento della Chiesa» (41%) e «l’attenzione alla crisi climatica e alla tutela dell’ambiente» (40%). Evidentemente il papa è più ascoltato di quello che si pensa. Alla domanda: «Quale è la principale difficoltà della Chiesa?». Il 25% degli intervistati indica la difficoltà di «conciliare fede e storia con le sfide della contemporaneità», lo «scandalo degli abusi sessuali» (23%), il «farsi ascoltare sui temi della pace» (15%), il «coinvolgere le nuove generazioni» (14 %) e la «crisi delle vocazioni» (12%). Non si tratta soltanto di una indagine. Indica anche una sete di presenza della Chiesa e linee da perseguire, anche quando sembra di predicare nel deserto.
Giovanni Barbieri