
Si sono riuniti a Regnano di Casola in Lunigiana

Una “Carta” per la salvaguardia della tradizione culturale della Lunigiana Storica, per un rilancio degli Studi di storia locale, per adeguare alle nuove tecnologie la ricerca e la divulgazione dei risultati.
Ne hanno parlato una ventina di storici, studiosi o semplici appassionati domenica scorsa, 24 novembre, a Regnano di Casola, ospiti del dott. Fabio Baroni che con l’arch. Stefano Calabretta e il dott. Riccardo Boggi si sono fatti promotori della iniziativa. Un incontro basato, appunto, su una bozza di documento che dovrà guidare le attività delle Associazioni culturali e dei singoli nei prossimi anni, verso un orizzonte che – è inevitabile – sarà molto diverso da quello tradizionale.
Partendo dalla premessa che “la straordinaria storia della cultura nella Lunigiana Storica è dovuta all’azione illuminata di più generazioni di storici e studiosi” e dal fatto che oggi il mondo della Cultura locale è debitore nei loro confronti, la “Carta” intende riaffermare la centralità delle Associazioni culturali, “mantenere la pratica di parlare alla popolazione del nostro territorio” con metodi e strumenti adeguati, costruire una relazione “anche operativa fra la Lunigiana Storica e le terre e regioni di Liguria, Toscana, Emilia con cui si sono avuti rapporti nella storia”, con lo sguardo rivolto alle giovani generazioni e al mondo delle Università.

Tra i primi obiettivi a breve termine ci sono il rilancio del Premio “Lunigiana Storica”, l’organizzazione di convegni e pubblicazioni di giovani studiosi, la costruzione di un sito web, di uno strumento di comunicazione facile ed agile fra singoli e associazioni, l’apertura di una pagina facebook dedicata alle comunicazioni del mondo scientifico impegnato nella ricerca.
Un obiettivo significativo i proponenti auspicano sia quello di far crescere l’attività delle Riviste scientifiche esistenti nel territorio della Lunigiana Storica. Un primo incontro, quello di Regnano, utile dunque a riflettere su un ambito, quello dello studio della cultura locale, che da tempo vive una fase di transizione che, partendo dalla tradizione degli studi dell’inizio del Novecento, deve fare i conti con l’evoluzione dell’interesse dei ricercatori e del pubblico.
E, non ultimo, con il tema delle nuove opportunità di ricerca offerte dalle fonti disponibili in misura sempre maggiore negli archivi digitali di tutto il mondo e che la tecnologia rende accessibili a tutti.
p. biss.