La violenza minorile è una emergenza

Una serata tra amici finisce in tragedia. Siamo nel rione Sanità. Santo voleva fare da paciere tra un suo amico e un diciassettenne che lo accusava di avergli sporcato una scarpa. Il bulletto corre alla macchina estrae una pistola e lo fa secco. Pochi giorni prima Emanuele Tufano, 15 anni, trova la morte in uno scontro a fuoco tra baby gang rivali. “Hai fatto la spia”. Siamo nel cortile di una scola nei Castelli Romani prima dell’inizio delle lezioni. Una dodicenne estrae un coltello da cucina e assale un suo compagno di classe. Questa volta non ci scappa il morto, ma il fatto resta assolutamente inquietante. Sono solo alcuni degli ultimi drammatici eventi riguardanti la violenza minorile. Se qualcuno vuole sbizzarrirsi e rattristarsi è sufficiente fare una banale ricerca su internet “minori violenti” e scoprirà che purtroppo il fenomeno della violenza minorile è in crescita e riguarda tutta la penisola da Palermo, a Catania, a Lecce, a Napoli, a Roma, a Padova, a Udine, a Trieste, a Milano…

Il fenomeno è esteso in tutto il Paese. Non per nulla lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di apertura dell’anno scolastico, ha parlato di “emergenza nazionale”. I ragazzi ospitati negli Istituti penali minorili sono sempre più numerosi, più piccoli, più violenti. Nei giorni scorsi sono scattate perquisizioni, anche dalle nostre parti, e arresti dal Nord al Sud in 30 province per contrastare la criminalità giovanile. Sono state controllate circa 8600 persone, 37 arresti, tra cui 5 minori, 51 denunce con 17 minori col sequestro di cocaina, hashish, eroina, coltelli, mazze da baseball, spray urticante… In un certo senso era prevedibile e quasi “normale”. Quello che invece non è assolutamente normale è lo sprezzo della vita da parte dei minori. A volte chi commette un reato, o un delitto, sembra non rendersi conto dell’enormità del fatto. C’è chi dice che c’è un’assoluta mancanza di consapevolezza del proprio agire, con un utilizzo della violenza sproporzionato rispetto alla vita altrui. Dopo i fatti di Caivano si sono appesantite le pene col risultato che le carceri minorili sono ormai sature, segno che reprimere non risolve il problema. Nessuno ha la soluzione in tasca. Molti mettono sotto processo i genitori e la scuola. Nessuno ha la ricetta. Il covid ha avuto certamente la sua importanza nell’aggravare le fragilità degli adolescenti, ma la prospettiva di vita faticosa per troppi non agevola la soluzione. Gli idoli di questa nostra società fatta di ricerca di notorietà, di benessere, spesso una chimera, a tutti i costi, il desiderio di apparire forte, bello, bullo, ricco, non agevola il cammino di chi affacciandosi alla vita vede un mondo di adulti privo di entusiasmo, di gioia di vivere, di ideali. Se i modelli appariscenti sono quelli del Grande Fratello o la conflittualità costante e durissima della politica, non si dà certo una bella immagine.

Giovanni Barbieri