
Pellegrinaggio spirituale verso il Giubileo: tappa alla Pieve di Saliceto

La parrocchia della Pieve di Saliceto accoglie ogni anno coloro che partecipano alle celebrazioni in onore di Santa Petronilla, la cui memoria liturgica ricorre il 31 maggio. Celebrare Santa Petronilla significa tornare alle radici della nostra religione cristiana.
Infatti la Santa è considerata figlia naturale di San Pietro, “principe degli Apostoli”, a cui Gesù ha affidato la missione di “edificare” la Sua Chiesa.
Per questo motivo celebrare la Santa vuol dire soprattutto riscoprire la presenza di Gesù nella vita cristiana del territorio: è questo un modo con cui riunirsi nella cordialità di una famiglia e condividere quanto la fede di ogni giorno diventa affidamento, nella preghiera, al Signore.
Una fede trasmessa dai “nostri vecchi”. Molti di loro, mentre “tra i capelli un po’ di argento li colora”, sono una preziosa testimonianza che porta con sé antichi valori di un vissuto, lontano dal nostro, capace di indicarci come “saper vivere”. Altri, che invece oggi non sono più con noi, vivono per sempre nel nostro cuore e in Colui che ci ha indirizzato sul giusto cammino facendosi Egli stesso Via, Verità e Vita… ieri, oggi, sempre.
La parrocchia di Saliceto, data anche la sua vastità territoriale, permette di essere luogo di origine di molte nostre famiglie. Così come dalla Pieve dipendevano molte delle attuali parrocchie dell’alta Lunigiana. Tornarvi è allora un modo di riscoprire le origini personali e il significato, un tempo fondamentale, che ogni Pieve rivestiva sul proprio territorio: solo nelle pievi infatti si celebravano il Battesimo e la Confermazione.
Un tempo era questo il momento, nella festa di Santa Petronilla, per accompagnare i più piccoli alla Pieve perché ricevessero una particolare benedizione (tradizione che continua tutt’oggi) e perché potessero dissetarsi, dopo la celebrazione vespertina, con quell’acqua benedetta che proteggeva dalla “tosse cattiva” e permetteva di ricordare il Battesimo dove si era ricevuto.

Anche per questo Santa Petronilla è un volto “noto”, un nome usuale che pronunciamo con affetto e speranza, nella certezza che la sua protezione si estenda su tutti.
La liturgia di domenica 9 giugno invitava a riflettere sugli atteggiamenti della nostra vita in cui Dio, nonostante il nostro peccato, cerca di entrare. Le risposte dell’uomo spesso non sono una “presa di coscienza” perché – parafrasando le parole di San Paolo – guardiamo più alla nostra esteriorità e misuriamo la nostra vita sulle cose materiali. Per questo non siamo capaci di rispondere a Dio e, come gli scribi del tempio, pensiamo ad essere divisi tra noi. L’interiorità cristiana è invece per chi si trova “in comunione” col Signore, per chi fa della parola di Dio un “navigatore” e dell’Eucaristia un’esperienza di vita.
Purtroppo però il “cibo” di ogni giorno non corrisponde più alla Parola di Dio e alla comunione eucaristica, fonte di amore tra noi e Dio. Il nostro bisogno è di un Dio che ci venga a “cercare”, ci giustifichi, ci perdoni: sta a noi abbracciare l’idea che Lui è la nostra vita e che guardare all’eternità significa ritrovare noi stessi.
Le celebrazioni in onore di Santa Petronilla, accompagnate dal coro parrocchiale il mattino e dalla Corale S. Cecilia nel pomeriggio, sono state presiedute dal can. Lorenzo Piagneri, arciprete di Pieve di Saliceto.
Le sue parole sono servite a far riflettere sul senso cristiano del celebrare i santi e per concentrarsi sul significato della loro esistenza.
I momenti di convivialità, che nella parrocchia di Saliceto si associano alle celebrazioni religiose, servono a far vivere nell’allegria un ricco programma ricreativo che fa di Santa Petronilla la prima sagra importante del nostro territorio.
(Fabio Venturini)