A Filetto la festa per il 70esimo anniversario del “Villaggio del Fanciullo”
Doveva essere festa nel pomeriggio di domenica 9 giugno al “Villaggio del Fanciullo”, e festa è stata: grande, partecipata, condivisa nella letizia dell’Eucarestia in occasione del 70° anniversario dello stesso “Villaggio”.
Alle ore 17 è stata celebrata la S. Messa, presieduta dal Vicario Generale della Diocesi, don Marino Navalesi, coadiuvato da tanti confratelli. Tra questi don Piero Cantoni fondatore, nel 1995, dell’Opus Mariae Matris Ecclesiae, costituita, attualmente da sette sacerdoti ed un seminarista che guidano 29 parrocchie sparse nel territorio lunigianese unitamente ad altre attività pastorali.
Tanti i fedeli, fra cui il sindaco di Villafranca Filippo Bellesi. Incisiva l’omelia del Vicario: “Nel Vangelo di Marco – ha detto – gli avversari di Gesù lo accusano di complicità col demonio, gettando discredito sul suo operato. La realtà è che proprio Gesù riporta il definitivo trionfo contro il regno di Satana e ne decreta la fine. Chi accoglie il messaggio di Gesù supera ogni sbandamento e diviene, per Gesù, ‘fratello, sorella, madre’ con la promessa di vivere per sempre accanto a Lui nella gloria. Peccare contro lo Spirito significa chiudere la porta alla grazia di Dio indurendo il cuore. Abbiamo, come battezzati, il dovere di credere, accogliere e vivere per seminare speranza, fissando lo sguardo sulle cose invisibili che sono eterne”.
Don Marino ha portato il saluto del Vescovo, mons. Vaccari, “vicino a noi spiritualmente” e ha ringraziato “i confratelli dell’OMME per l’impegno, la dedizione nella Vigna del Signore, per le diversificate attività di preghiera, per la formazione di nuovi sacerdoti”.
A dirigere i canti, il maestro Pierfrancesco Carnesecca. Un commosso Franco Civenti, memoria storica dell’Istituto voluto da don Igino Dodi e dalla sorella Maria Luisa, deceduta troppo presto, ha tracciato un excursus degli avvenimenti principali, relativi alla costruzione del “Villaggio”.
Primo passo, negli Anni Cinquanta, “Casa del fanciullo dell’Emigrante” nella “Ca’ Rossa di Vallescura”, fra Merizzo e Villafranca, per accogliere e formare i figli dei tanti nostri emigranti, rimasti con i nonni a lavorare i campi. Per don Dodi due decenni di impegno, di enormi spese, di notti insonni per arrivare, nel 1954, al sospirato “Villaggio”.
Al fianco di don Igino, amici, politici, famiglie, ditte, la Diocesi, persino la Santa Sede, sacerdoti come don Giuseppe Arsena e don Pietro Giglio e tantissimi sostenitori. Soprattutto c’erano loro: i “suoi” ragazzi ed alcune meravigliose donne, dotate di gran voglia di lavorare: Elma, Maria, Palmira, affiancate, poi, da Bruna e Dina.
I giovanissimi dovevano studiare, impegnarsi per il loro futuro a cui don Igino teneva molto, insieme alle “mamme adottive”.
Don Giovanni Poggiali, moderatore della comunità, ha ringraziato tutti coloro che hanno dato il loro importante contributo per preparare l’evento, i fedeli giunti da località diverse, evidenziando le necessità strutturali dell’edificio a cui urge mettere mano.
Ivana Fornesi