Con Sant’Antonio di Padova ecco la  riscossa degli ultimi

Sabato 15 giugno la processione per le vie di Pontremoli

La festa di Sant’Antonio di Padova (che ricorre il 13 giugno) è sempre un momento che simboleggia, per ogni credente, l’appartenenza più sincera alla vita del Cristo. Una storia che ci fa ricordare di come ogni persona serbi nel proprio cuore il ricordo di almeno una visita a Padova, luogo che fa vivere il senso della “bellezza” della fede.
Una fede che fa di Sant’Antonio il “Santo” per antonomasia. Per questo in tante delle nostre parrocchie veneriamo un’immagine di Sant’Antonio così come sono molti i devoti che ricorrono a lui per invocarne la grazia, la protezione e l’intercessione perché ci faccia ritrovare “le cose perdute”.
Tra queste c’è senz’altro il commento più autentico della vita di Sant’Antonio: una testimonianza efficace di spirito missionario, ricco di carità e di annuncio della Parola del Signore. È così che la semplicità e l’umiltà del linguaggio del Santo, permeato della grazia di Cristo, si sono fatte strada portandoci sempre a riconoscerlo come presenza sensibile ed autentica.
È questa la “riscossa” degli ultimi, quelli che il Vangelo definisce “beati”. Quelli che non hanno rivestito un ruolo agli apici della società ma che, attraverso il senso dell’amore, hanno vinto ogni lotta con la capacità di attuare l’insegnamento di Gesù, “verità” della religione cristiana.
Il tema dell’annuncio e dell’evangelizzazione hanno portato Sant’Antonio a predicare incessantemente perché lo Spirito del Signore che era “su di lui” arrivasse veramente come messaggio di salvezza. Nel vicariato di Pontremoli, tra le varie celebrazioni dedicante al Santo, ha avuto rilievo la festa celebrata nella parrocchia cittadina dei Santi Giovanni e Colombano.
Al termine del triduo di preparazione, sabato 15 giugno ha avuto luogo la processione per le vie della città, a sud di quello che era un tempo il territorio storico di “Verdeno”. Un momento di incontro che, ancora una volta, è servito a fare vivere la presenza della Chiesa nel territorio e la consapevolezza di quanto non siano i santi ad avere il bisogno di “uscire” quanto noi a doverli “accogliere”.
La statua portata in processione riproduce l’immagine settecentesca, tanto cara ai pontremolesi e rivestita di abiti francescani, che per motivi logistici è attualmente possibile ammirare nella chiesa di Piazza San Francesco.
Alla presenza delle confraternite di San Colombano e di San Geminiano e assistito dai coparroci cittadini, ha presieduto la celebrazione il can. Graziano Galeotti, parroco moderatore e vicario foraneo di Pontremoli.
Le sue parole, commentando il Vangelo, hanno invitato a vivere la processione di Sant’Antonio come momento di preghiera “bello ed importante”. Non importano infatti quali siano le presenze alle attività o alle celebrazioni ma come ogni “piccolo seme”, simbolo autentico del cristiano, può portare in sé il senso della vita.
È così che il seme, anche se non ha grandi dimensioni, può avere la forza di “crescere” e di rinvigorirsi. Per questo il buon cristiano, testimone del Risorto, non deve mai scoraggiarsi e provare a riscoprire la propria vocazione con la coscienza di chi sa che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.
La festa è proseguita il giorno seguente, undicesima domenica del tempo ordinario, con le S. Messe solenni presiedute da don Pietro Pratolongo.

Fabio Venturini