Oasi di Fatima: grande festa a 30 anni dall’inaugurazione

A Mocrone lunedì 13 maggio

Mons. Silvani con don Francesco Pagani e gli altri sacerdoti nella celebrazione della S. Messa nell’oasi di Fatima a Mocrone

Correva l’anno 1994 quando l’allora vescovo diocesano mons. Eugenio Binini, l’arcivescovo argentino Ruber Hector di Monte e madre Alba Martinez inaugurarono l’Oasi Madonna di Fatima. Una esigua cappella con la statua della Vergine, con accanto i tre pastorelli. Intorno una natura rigogliosa e silenzio che predispone alla preghiera. La costruzione, infatti, si erge su un colle alle spalle di Mocrone e voluta, con fede e determinazione, da don Francesco Pagani, già missionario in America latina.
Da allora il sacerdote mocronese, ogni anno, rinnova momenti di raccoglimento, con celebrazione della Santa Messa. Lunedì 13 maggio il pomeriggio dedicato a Colei che ci ha donato Gesù è stato intenso e partecipato.
I fedeli sono giunti un po’ da ogni parte per recitare, alle ore 17, il Rosario meditato ed assistere all’Eucarestia. A celebrare mons. Alberto Silvani, vescovo emerito, coadiuvato da don Francesco, don Pietro Giglio, don Giovanni Barbieri, don Giovanni Poggiali, don Bernardo Scusa e dai diaconi Edamo e Domenico.
Il Coro parrocchiale di Malgrate, guidato dal maestro Federico Orsini, ha solennizzato il sacro rito. Incisiva l’omelia: “Celebrare la S. Messa – ha detto il presule – in un luogo come questo dove la bellezza dei fiori e delle piante rimanda al Creatore, suscita pure l’espressione ‘Com’era, come è, verde la mia valle…’ Intuizione felice, quella di don Francesco, nell’erigere qua la cappella della Madonna”.
“Una celebrazione – ha continuato mons. Silvani – inserita fra l’Ascensione e la Pentecoste e che rimarca, quindi, la presenza dello Spirito Santo. Sia Maria che gli apostoli hanno tratto forza dallo Spirito divenendo capaci di portare la Lieta Notizia fino agli estremi confini della terra. Pure noi abbiamo ricevuto l’immenso dono dello Spirito Santo di cui dobbiamo essere fieri impegnandoci a vivere la Parola e a farla conoscere , come cerca di fare la Chiesa guidata dall’Alto. Dio, ha continuato il celebrante, ha voluto e scelto il grembo di Maria per Suo Figlio Gesù il quale è nato e vissuto, eccetto il peccato, come noi. Non è stato esente dalla sofferenza, dalle prove, dalla morte di Croce per salvarci e renderci suoi fratelli. Guardiamo alla Madonna il cui privilegio, unico e singolare, ha destinazione ecclesiologica ed universale. Ella, apparendo ai tre pastorelli, nel 1917, disse loro che la guerra mondiale stava per finire. Preghiamo affinchè le stesse parole le ripeta quest’oggi. Davvero cessino l’odio, gli egoismi, la smania del potere, le prevaricazioni… lasciando spazio alla pace, al dialogo, al rispetto della umana dignità…”.
I raggi del sole, tramontando, invitavano ogni presente a personali riflessioni da trasformare in stili di vita corretti e cristiani. Mentre salivano al cielo gli echi dei canti mariani.

Ivana Fornesi