Prima seduta del nuovo Consiglio Diocesano. “Dare risposte che si differenzino da quelle di un’agenzia sociale o di un ente pubblico”.
Si è tenuta mercoledì 15 maggio la prima seduta del Consiglio Diocesano di Caritas, convocato dal Vescovo Mario Vaccari in qualità presidente, e che affianca l’equipe ed il direttore sul programma di attività che la Caritas diocesana intende perseguire ogni anno portando all’attenzione dei i bisogni del territorio diocesano.
Il direttore, Almo Puntoni, ha evidenziato il ruolo di Caritas nel nostro territorio, i servizi e le attività presenti nei vari vicariati e ha spiegato il compito dei membri del consiglio diocesano.
Il vicedirettore, don Maurizio Manganelli ha sottolineato che “ciò che viene proposto dai vari membri di ogni Consiglio segue un percorso che deve considerare il parere di tutti e dopo un momento di ascolto fare discernimento su come operare la carità nella nostra Chiesa. La decisione finale spetta al Vescovo, che deve tener conto del parere dei vari membri presenti dopo l’ascolto”.
A breve don Maurizio Manganelli
nuovo direttore di Caritas diocesana
Don Maurizio Manganelli
Nel corso della riunione del 15 maggio scorso del nuovo Consiglio Diocesano di Caritas, alla presenza del vescovo, è stato dato l’annuncio dell’imminente cambio alla guida di Caritas diocesana. Don Maurizio Manganelli, attuale vicedirettore, sarà infatti nominato a breve nuovo direttore dell’Ufficio diocesano, andando a sostituire Almo Puntoni, che ha svolto questo incarico dal mese di gennaio 2010.
Anche il Vescovo Mario ha sottolineato l’importanza che le nostre parrocchie siano vere comunità, “luoghi che permettono alle persone di non sentirsi sole, ma di entrare in relazione con gli altri. La solitudine è considerata la prima causa della povertà”. A conclusione dell’incontro il Vescovo Mario ha sollecitato i presenti con alcune indicazioni relative alla carità nella nostra Chiesa: “la Caritas non è un organismo assistenziale ma pastorale, è l’evangelizzazione attraverso la testimonianza della carità, la comunità cristiana deve essere in grado di leggere le necessità di un territorio e rispondere ai bisogni mettendo al centro le persone ‘scartate-povere’. Importante è approfondire il lavoro formativo e di avvicinamento alle comunità parrocchiali dove i volontari sono molto operativi sul ‘fare’, ma è necessario partire dalle proprie motivazioni per rispondere ai bisogni dei poveri e dare risposte che si differenzino da quelle di una agenzia sociale o da un ente pubblico. Bisogna, su questo, lavorare molto”.
“Nella pastorale della carità – ha proseguito il Vescovo – è fondamentale far parte di una rete dove tutte le componenti che operano nella carità possano coordinarsi. Vi è collaborazione tra Regione Toscana e delegazione Caritas e l’importanza di questa unione è il MIROD, il sistema di rilevazione dei bisogni in un programma a cui tutte le Caritas diocesane possono accedere ed inserire i dati. L’importanza della raccolta di questi dati permette poi alla Caritas nazionale e regionale di predisporre progetti mirati, derivanti dall’osservatorio delle povertà”.