
Il vescovo diocesano, mons. Mario Vaccari, ha presieduto in Cattedrale a Massa la Santa Messa Crismale. Nell’occasione si è aperto il Giubileo delle Stimmate
La Santa Messa Crismale, che ogni anno viene celebrata nell’approssimarsi della Pasqua di Risurrezione, manifesta intensamente la comunione tra i presbiteri e l’unità di una diocesi. La nostra Chiesa locale ha vissuto questo evento a Massa nella Basilica Cattedrale nel pomeriggio di mercoledì 27 marzo quando mons. Gianni Ambrosio (vescovo emerito di Piacenza-Bobbio e già nostro amministratore apostolico), i Canonici dei Capitoli delle Cattedrali di Pontremoli e Massa, i vicari foranei ed episcopali, molti sacerdoti, religiosi e religiose, diverse autorità e il popolo di Dio, si sono radunati attorno al nostro vescovo mons. Mario Vaccari.
All’inizio della stessa celebrazione la nostra diocesi ha vissuto un altro momento di gioia. Infatti a livello diocesano si è ufficialmente aperto il “giubileo delle stimmate”, per concessione della Penitenzieria Apostolica e per celebrare gli 800 anni da quando furono impresse le Stimmate a san Francesco d’Assisi, patrono della diocesi, della città di Massa e contitolare della Cattedrale.
Questo tempo di grazia e conversione durerà fino alla festa di San Francesco – il 4 ottobre prossimo – e prevede che, visitando la Cattedrale di Massa e alle solite condizioni stabilite dalla Chiesa Cattolica, sia possibile lucrare il dono dell’indulgenza plenaria.
Il vescovo Mario nell’omelia ha ricordato questo evento citando le parole del teologo Bonhoeffer affermando che la sofferenza fisica vissuta da San Francesco lo ha portato a vivere la “partecipazione”, la “sofferenza”, l’importanza di Dio “nella vita del mondo”. Ogni cristiano infatti è “partecipazione” alla passione del Cristo perché essa corrisponde alle “leggi essenziali” della realtà.
L’esistere “per altri” è l’opposto della rinuncia alla propria identità perché è la via che porta l’uomo a diventare “tale”: l’essere uomini e essere cristiani “coincidono”. Nella benedizione della croce – ha proseguito fra’ Mario – possiamo scorgere la “realtà profonda” del ministero sacerdotale. L’ordinazione sacerdotale diviene così “un’iniziazione” nella comunità degli amici di Gesù. Quindi il monito del vescovo ai sacerdoti “chiamati a portare agli uomini di oggi la Luce e l’Amore di Dio”.
I sacerdoti devono avere un “gran amore” per i lontani, i poveri, gli ammalati, i vecchi, i bambini. Questo si può raggiungere attraverso il “nutrimento” della Parola e la “santificazione” dei Sacramenti, donando la vita per Gesù e i fratelli.
Mons. Vaccari ha poi citato Benedetto XVI che sottolineava un verbo: Eucaristomen – Rendiamo grazie a Dio. Questo verbo è citato, in greco, attraverso il tempo verbale dell’Aoristo. Questo fa sì che indichi un’azione iniziata nel passato ma che rimane “incipiente”, di cui non è possibile conoscere il termine. Il verbo rimanda anche alla dimensione della benedizione e della croce: Cristo ha “transustanziato” la vita e il mondo e ogni giorno offre il Pane della “vera vita”.
Nello stesso rendimento di grazie al Signore cerchiamo la “novità della vita” e proviamo a aiutare la “trasfigurazione” del mondo: un mondo non di morte ma di vita in cui l’amore vince la morte. Nelle situazioni di oggi soltanto guardando a Gesù è possibile trovare “la vera pace”. Anche San Francesco ha cercato di entrare nella realtà del ringraziamento che Cristo ci ha dato: Egli ha trasformato in “ringraziamento e benedizione” la sua croce, la sofferenza e tutto il male del mondo.
Quindi un riferimento del vescovo Mario alla benedizione degli oli – momento più significativo e suggestivo della S. Messa Crismale – invocando lo Spirito di Gesù perché in modo sacramentale e reale tocchi come un “dito” di Dio coloro che li riceveranno, nelle varie occasioni. Tutto questo attraverso un piccolo gesto, una goccia d’olio sparso sulla fronte o sulle mani ma anche un piccolo pezzo di pane o un sorso di vino… tutto nel “frammento”, tutto transustanziato, tutto trasformato.
Conclusa la riflessione del vescovo, i sacerdoti hanno rinnovato le promesse fatte il giorno dell’ordinazione e con forza hanno ripetuto il loro “Si, lo voglio” alle domande di rito. Quindi sono stati i fedeli a pregare per i sacerdoti perché “siano fedeli ministri” e per il vescovo perché diventi ogni giorno di più “immagine viva e autentica” di Cristo, “buon pastore, maestro e servo di tutti”.
A mons. Vaccari sono stati presentati “i vasi” con gli oli che avrebbe benedetto. L’olio degli inferm recherà conforto e speranza ad ammalati e anziani, per invocare la guarigione fisica e spirituale e perché possano assaporare la presenza e la vicinanza del Signore durante la malattia e la sofferenza fisica.
L’olio dei catecumeni verrà ricevuto da coloro che stanno per essere battezzati e invoca la forza per diventare figli di Dio. Il sacro crisma “olio che consacra i sacerdoti, i re, i profeti e i martiri”. È quell’olio sul quale il vescovo ha simbolicamente “alitato” e che, misto all’essenza del profumo, si userà in diocesi ogni volta che sarà amministrato il Sacramento della Confermazione – la Santa Cresima, per le unzioni durante il Sacramento del Battesimo, per l’eventuale consacrazione di chiese e nuovi altari, per l’ordinazione di sacerdoti e vescovi.
Anche quest’anno la diocesi calabrese di Locri-Gerace ha inviato a tutte le diocesi d’Italia un’ampolla di profumo di bergamotto, agrume coltivato in terre confiscate alla mafia, perché venisse mescolato al Sacro Crisma.
Inoltre dal 2022, anno del trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e via d’Amelio, in ogni diocesi giunge dalla Sicilia una bottiglia d’olio (da aggiungere a quello locale). Esso è frutto della frangitura di olive raccolte presso il “Giardino della Memoria”, un parco dedicato a tutti i caduti nella lotta contro la mafia che si trova nella periferia di Palermo.
Al termine della celebrazione gli oli santi sono partiti per i vari vicariati della nostra diocesi per poter essere accolti, nelle varie parrocchie, durante la S. Messa in Coena Domini del Giovedì Santo.
Fabio Venturini