La Passione del Signore nei luoghi e nelle opere d’arte del nostro territorio diocesano
La statua del Cristo in Pietà nella Pieve di Montedivalli

Il territorio lunigianese è disseminato di riferimenti alla Passione del Signore.
A Fosdinovo l’Oratorio dei Rossi è dedicato al Santissimo Crocifisso, oltre ad essere noto come Oratorio del Santissimo Sacramento. Tale chiesa venne edificata tra il 1580 e il 1605 sotto il marchesato di Andrea Malaspina di Fosdinovo.
L’edificio fu eretto al posto di una precedente chiesa distrutta per far posto al presbiterio della chiesa parrocchiale di San Remigio ad essa adiacente.
L’Oratorio del Santissimo Crocifisso, è situato nel borgo, lungo la strada che porta al castello Malaspina e si presenta con un impianto a navata unica caratterizzato da una forte irregolarità della pianta e scandito da lesene in quattro campate terminate da presbiterio.
L’interno risulta vivacemente articolato sopratutto nella parte presbiteriale, dove due pilastri in muratura definiscono uno spazio scandito in tre campate di larghezza a cui si addossa l’abside. Diverse volte per tipologia e per forma contribuiscono a rendere questo spazio maggiormente complesso ed interessante.

L’Oratorio dei Rossi a Fosdinovo (Foto Lunigiana World)

Il lato d’ ingresso, inglobato nella struttura della adiacente chiesa di San Remigio, presenta una facciata ad una sola falda sottolineata da un timpano sommitale. Il campanile è situato nella parte posteriore dell’edificio.
Alla Passione del Signore è legato anche il culto della Vergine Maria con il titolo di Addolorata, alla quale è dedicato l’Oratorio di Rivazzo (Mulazzo), risalente al XVII secolo, che sorge in luogo isolato in aperta campagna, di modeste dimensioni e realizzato in pietra locale.
Nella buona parte delle chiese e degli oratori lunigianesi si riscontra la presenta di quadri raffiguranti le quattordici stazioni della Via Crucis, talvolta anche di particolare pregio.
Nella Pieve di Sant’Andrea a Montedivalli, una delle tre celebri statue raffigura la Pietà.

L’altare della Madonna Addolorata nella chiesa di San Caprasio in Aulla

Queste tre statuette marmoree trecentesche provenivano da un monumento funebre smembrato, che era posto, con tutta probabilità, nel coro della chiesa dei Francescani di Sarzana ed era stato eretto, come attesta un cronista del secolo XV, in onore di una marchesa appartenente – per nascita o per matrimonio – alla dinastia dei Malaspina.
Lo stesso scultore, alcuni anni dopo, realizzò il monumento funebre di Galeotto Malaspina, ancor oggi visibile nella chiesa di San Remigio di Fosdinovo.
La navata sinistra della chiesa abbaziale di San Caprasio in Aulla si chiude con un altare dedicato all’Addolorata, festa molto sentita in loco.
Il Crocifisso più celebre nel territorio diocesano è quello custodito a Massa, in Cattedrale, scultura lignea risalente al XIV secolo, che si trovava in origine nell’antica Pieve di San Pietro andata distrutta.
Ritenuto miracoloso, da secoli oggetto costituisce oggetto di culto e di devozione: secondo la leggenda, sarebbe stato trovato sotto le macerie di un’antica muraglia di Luni.

Il Crocifisso in Cattedrale a Massa

Al momento della scoperta nacque, però, una diatriba tra Pisa e Genova, poiché Luni dipendeva ecclesiasticamente da Pisa e politicamente da Genova ed entrambe le città ne reclamavano il diritto di proprietà.
Per dirimere la questione si venne ad un accordo: la croce sarebbe stata posta su un carro trainato da buoi senza il conducente e sarebbe stata affidata alla città a cui apparteneva il territorio in cui il carro si sarebbe fermato.
Il carro partì con il prezioso carico e si fermò a Massa e nella città rimase il Crocifisso.
Sarebbe impossibile in questa sede una trattazione completa di quanto le nostre chiese offrono, ma l’invito è ad approfittare della Settimana Santa per lasciarsi aiutare dalle preziose opere ivi contenute per accostarsi al meglio al mistero della Pasqua.

Don Fabio Arduino