
Nel giorno del Venerdì Santo si tiene la Colletta per la Terra Santa, una delle raccolte obbligatorie, insieme alla Giornata della Carità del Papa del 29 giugno e quella della Giornata Missionaria Mondiale in ottobre.
Il legame tra la Sede apostolica e i francescani di Terra Santa va molto indietro nei secoli. Nell’anno 1342 il Papa li confermò come custodi legittimi dei Luoghi Santi, dove si erano stabiliti fin dal 1217: la Chiesa ha da sempre aiutato i figli di san Francesco nella loro missione in quelle terre.
Conosciuta come “collecta pro Locis Sanctis”, fu Paolo VI nel 1974 a dare un impulso decisivo. “Questa terra benedetta è divenuta – scriveva nella esortazione Nobis in animo – il patrimonio spirituale dei cristiani di tutto il mondo. Ma è, pure, la terra in cui esiste ed opera una Chiesa vivente, una Comunità che, nel corso della storia, è stata soggetta a dolorose vicissitudini”.
Parole riprese anche dal vescovo Mario, con le popolazioni martoriate dalla guerra; “Purtroppo – ha scritto – assistiamo al grave conflitto che continua ad imperversare in quelle terre, provocando gravi sofferenze. Dopo le incertezze provocate dalla pandemia, la guerra ha di nuovo interrotto i viaggi dei pellegrini in Terra Santa, costringendo i ragazzi a non frequentare le scuole, lasciando senza lavoro molti cristiani che abitano in quelle zone. È il momento di far sentire a quella gente la nostra vicinanza e solidarietà, anzitutto attraverso la preghiera perché siamo convinti che solo l’azione dello Spirito possa cambiare i cuori e indirizzarli al dialogo. In secondo luogo, siamo chiamati ad esprimere una vicinanza materiale, per cui l’occasione che ci viene offerta dalla Colletta del Venerdì Santo è un gesto semplice ma significativo di partecipazione alle sofferenze dei cristiani d’Oriente”.
Negli ultimi anni circa quattro quinti delle collette ricevute dai francescani sono state devolute ad attività pastorali e sociali, e il restante ai santuari. Ulteriori informazioni e approfondimenti su: collettavenerdisanto.it