
Sabato 6 gennaio – Epifania del Signore
(Is 60,1-6; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2,1-12)
L’ingresso del Figlio di Dio nella storia è accompagnato dalla manifestazione della sua gloria, che si rivela ai popoli pagani rappresentati dai Magi, al popolo di Israele nel battesimo di Gesù, ai discepoli durante le nozze di Cana.
1. Cammineranno le genti alla tua luce. Se la venuta del Messia fosse rimasta nell’ambito del popolo eletto, sarebbe stata un fallimento. Il Messia viene per tutti i popoli, viene per soddisfare una ricerca universale.
Tante sono le persone di buona volontà che riflettendo sul corso degli astri o sul desiderio di bene presente in ogni cuore o sulle umane vicende, sono alla ricerca di Dio per trovare punti fermi che rispondano agli interrogativi della vita.
Possiamo dire che tutta l’umanità e il Messia si cercano e si chiamano reciprocamente, ed è piacevole costatare quanto sia grande l’interesse per il sacro, la ricerca del bene e il desiderio della pace.
Certamente non basta il sentimento: l’atto di fede scocca quando i contenuti diventano motivi di vita.
2. Dov’è il re dei Giudei? Ogni persona desidera sapere, conoscere, rendersi conto della problematica della vita, ma per raggiungere questo bisogna scomodarsi: la scienza non viene a domicilio.
Così i Magi compiono un lungo cammino con la speranza di trovare un risultato soddisfacente. Di fronte alla loro ricerca ci sono gli scribi, esperti della sacra scrittura, ma sono come sentinelle addormentate, e la conoscenza che hanno della bibbia è come un frutto morto nelle loro mani.
C’è anche Erode, preoccupato solo di mantenere il suo potere fino a diventare sanguinario. Il potere politico ed il potere religioso restano turbati per la nascita di un bambino fragile e indifeso come tutti i bambini, perché la società fondata sul potere e sul successo ha paura della fragilità umana.
3. Il mistero rivelato. Il Signore Gesù nasce e si manifesta in mezzo al suo popolo di Israele, ma la sua venuta supera i confini ristretti di una nazione.
Egli viene per tutti e si manifesta al mondo intero secondo le capacità e le possibilità di ciascuno: per i pastori basta una mangiatoia, per magi è necessario un astro luminoso che brilla in maniera diversa; i teologi conoscono la sua venuta dalla Sacra Scrittura ma non si scompongono, Erode riceve la notizia dai suoi esperti ma rimane chiuso nella sua paura. Le risposte sono diverse a seconda delle disponibilità di ciascuno, si allargano a ventaglio dal rifiuto all’accoglienza.
Chi accoglie il Signore, gli offre qualcosa di suo: gli angeli il loro canto, i pastori la loro fede, i magi i loro doni, il cielo una stella, il deserto una grotta, la terra una mangiatoia, e l’umanità una madre vergine.
Solo i rappresentanti del potere religioso e politico rimangono insensibili a qualsiasi segno e vivono al margine della storia, anzi, cercano di contrastarla e di indirizzarla secondo i loro gusti, ma inutilmente. La storia fa il suo corso.
† Alberto