
La ruota gira ed è di nuovo solstizio d’inverno. A metà mese, dopo alcuni giorni di oscurità dovuta a persistenti nubi basse, atmosfera nebbiosa e piovigginosa, si è finalmente destato il vento di provenienza settentrionale.
Sarebbe stato auspicabile udirne il soffio per molti più giorni e notti, invece si è dovuto fare buon viso alle 72 ore di durata delle raffiche boreali. Non si è trattato di una tramontana rigida, tutt’altro: però, rispetto alla mitezza dell’aria estremamente umida che è stata soppiantata dalle folate discendenti dai valichi appenninici, il ricambio è stato accolto con piacere e l’orizzonte è riapparso ripulito alla perfezione in un clima più frizzante e stimolante.
Si deve deporre, altresì, ogni speranza di assistere ad atmosfere in linea con quello che competerebbe alla stagione: non chissà quali atmosfere nevose, di cui non v’è mai certezza neppure a elevate altitudini e latitudini, ma di un quadro meteo che rispettasse il livello termico del dicembre inoltrato.
Sarebbe già un evento, a voler largheggiare, godere del biancore di copiose brinate. Ma, dopo qualche giorno nitido e sereno, pare che minimi sbuffi di aria temperata da SW recheranno le solite stratificazioni a ingrigire i giorni di festa.
Previsioni natalizie che stanno diventando facili: annunciare nubi basse e pioviggine, gli ingredienti più comuni da anni e anni del tempo natalizio, può rivelarsi un pronostico vincente!
Venendo ai particolari della cronaca spicciola, le note vergate sui registri sanciscono che il 12 e il 13 avevano tenuto il passo di lunedì 11 con le buie giornate di cui si è detto in apertura della cronaca. Le temperature si erano assestate ben sopra la norma (scarto positivo di 5-6°C nei valori minimi e 3-4°C nei valori massimi).
Al ritorno delle schiarite, il 14, e del sereno, dal 15 in poi, la situazione ha stentato a rimettersi ‘in carreggiata’ poiché i venti destatisi, del 1° e del 4° quadrante, hanno avuto connotati piuttosto favonici.
Pertanto, solo in occasione delle notti calme la modestia dell’aria fredda affluita ha potuto sedimentarsi al suolo nelle valli. Altrove, in alta collina e specialmente in montagna, dove la fase ‘agitata’ dell’avvezione aveva portato un assaggio di aria più fredda grazie alla maggiore altitudine, la fase successiva di calma di vento ha determinato lo svolgersi di una situazione di notevole mitezza.
Al primo mattino si sono notati, domenica e lunedì, ‘universi’ sovrapposti dalle condizioni termo-igrometriche opposte: brinate e aria umida in basso, mentre un clima più dolce e asciutto ha interessato i rilievi montuosi.
La fascia altitudinale tra i 500 e i 900 metri si può individuare come quella che ha beneficiato delle condizioni più favorevoli. Anche al cadere del vento, l’aria si è mantenuta asciutta, nelle valli, almeno nelle brevi ore del primo pomeriggio – cosa non scontata nel mese dalle giornate più corte – e, in alto, lo è rimasta per gran parte del tempo, notti comprese.
Ora non resta che attendere per vedere quanto potrà durare la vista di un orizzonte limpido e del cielo azzurro prima che bassi e grigi strati tornino con il loro triste contorno di foschie, nebbie e deprimenti pioviggini.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni