Stabili a  5 milioni i cittadini stranieri in Italia

XXXII Rapporto Immigrazione Caritas/Migrantes: in calo i nuovi nati, diminuiscono del 7,5% le acquisizioni di cittadinanza

Sono 5.050.257 i cittadini stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2023; l’anno precedente erano 5.030.716. Dopo i picchi di crescita nel primo decennio del 2000 continuano, invece, a diminuire i nuovi nati stranieri: erano 80.000 nel 2012, sono diventati meno di 57.000 nel 2021, con un calo del 28,7%.
Le famiglie straniere si stanno dunque adeguando agli stili di vita italiani: invecchiamento e calo del numero di figli. Nel mondo sono 281 milioni i migranti (dati 2021), ossia il 3,6% della popolazione mondiale; nel 2019 erano 272 milioni. I due terzi si sono spostati per motivi di lavoro. Aumenta anche il numero di sfollati interni, anche a causa della guerra in Ucraina.
Questi dati e altri ancora nel XXXII Rapporto Immigrazione 2023 curato da Caritas italiana e Fondazione Migrantes. Nell’Unione europea, su una popolazione di 447 milioni, sono 37,5 milioni le persone nate in Paesi fuori dai confini (8,4%).
Con la guerra in Ucraina è salito a 108,4 milioni il numero complessivo di profughi e sfollati (di cui il 40% minori). A fine maggio 2023 erano 8,3 milioni gli ucraini fuggiti in Europa. Quasi un terzo ha ottenuto protezione in Polonia (1,6 milioni, pari al 31% del totale). In Italia, i profughi ucraini sono 175 mila.
La maggioranza della popolazione straniera residente in Italia vive al Nord (59,1%): il 34,3% nelle regioni occidentali e il 24,8% in quelle orientali; seguono Centro (24,5%), Sud (11,7%) e Isole (4,6%).
A livello di regioni, la Lombardia è quella che attrae maggiormente (23,1%); poi vengono il Lazio (12,2%), l’Emilia-Romagna (10,9%), il Veneto (9,8%) e il Piemonte (8,2%).
I cittadini rumeni rappresentano 1 straniero su 5 fra i residenti in Italia. A seguire marocchini e albanesi (8,4% e 8,3% del totale). Si sta consolidando la presenza di bangladesi e pakistani, arrivati più di recente; in calo tutti gli altri.
I rumeni sono in testa anche nelle nascite (19,4%), poi vengono i marocchini (13,3%) e gli albanesi (11,8%). Diminuiscono le acquisizioni di cittadinanza, scese del 7,5% fra il 2020 e il 2021. Una su cinque è appannaggio dell’Albania, seguita dal Marocco. Significativa è la terza posizione occupata dal Bangladesh (il 4,7% delle acquisizioni totali), mentre in quarta e quinta troviamo India e Pakistan.
Sul mercato del lavoro, gli stranieri non-Ue registrano un tasso di occupazione tutto sommato in linea con la media (attorno al 59%). C’è aumento nel settore Turismo e ristorazione +35,7%) e nelle Costruzioni +13,8%); la maggiore incidenza di lavoratori stranieri nel 2022 si registra nel settore dell’Agricoltura (39,2%), seguita dalle Costruzioni (30,1%) e dall’Industria (22,1%).
In gran parte si tratta di lavoratori dipendenti (87%); solo il 12,9% è lavoratore autonomo. Per il 75,2% sono operai (contro il 31,6% degli italiani); uno su 10 è un impiegato e appena lo 0,1% è dirigente.
Prevale un livello di istruzione “secondario inferiore”; i laureati sono appena il 10,6% del relativo totale (il 25,8% per gli italiani).
Nell’anno 2022 il numero di imprese individuali che hanno come titolare un cittadino non comunitario è diminuito di 3 mila unità (0,8%) rispetto al 2021: sono complessivamente 390.511 (12,8% del totale).
Un milione e 600 mila stranieri residenti in Italia vivono in uno stato di povertà assoluta. Sono 614 mila nuclei familiari: un terzo del totale delle famiglie povere, pur rappresentando solo il 9% di quelle residenti.
La percentuale degli stranieri che non hanno accesso a un livello di vita dignitoso è cinque volte superiore a quella registrata tra i nuclei di italiani.
Drammatica l’incidenza della povertà tra le famiglie con minorenni: 36,2%, più di 4 volte la media delle famiglie italiane con minori (8,3%). Nel 2022 le persone straniere incontrate nei soli Centri di ascolto e servizi informatizzati Caritas sono state 145.292, su un totale di 255.957 individui, con una prevalenza delle difficoltà di ordine materiale.
Stabili (+0,8%), nell’anno scolastico 2021/2022, gli alunni con cittadinanza non italiana: 872.360. In maggior parte (44,1% del totale) europei. Nelle università la percentuale degli studenti con cittadinanza straniera è salita al 6%.
Stabile anche, nel 2022, il numero dei detenuti stranieri: 17.683 (di cui 16.961 uomini e 722 donne) su 56.196, pari al 31,4% della popolazione carceraria complessiva. Il 53% sono africani: 3.577 del Marocco e 1.797 della Tunisia. Prevalgono i reati contro il patrimonio e quelli contro la persona.
Preoccupante (1.016 nel 2022, di cui 496 italiani e 520 stranieri) l’aumento degli ingressi di minori in carcere.
Totalmente assente dal dibattito pubblico la condizione dello straniero come persona offesa da un reato, anche se ci sono decine di migliaia di denunce per vari motivi.
Quanto all’appartenenza religiosa, al 1° gennaio 2023 i cristiani restano in maggioranza assoluta (53,5%) ma i cattolici scendono al 16,8%; aumentano i musulmani (29,8%). In cifre assolute, si contano circa un milione e mezzo di ortodossi e di musulmani, seguiti da circa 844 mila cattolici. Sono 156 mila i buddisti, 136 mila gli evangelici, 126 mila i cristiani “altri”, 104 mila gli induisti, 85 mila i sikh, 81 mila i copti.