Un libro sulla vita e il pensiero del frate cappuccino nato a Torrano. Fu discepolo di don Mazzolari
Capitava di incontrarlo durante i suoi periodici quanto brevi soggiorni pontremolesi nel Convento dei Cappuccini, anche alla vigilia di quegli ottant’anni che non avevano scalfito lo sguardo curioso e tagliente che emergeva da dietro gli occhiali. P. Aldo Bergamaschi era figlio della terra pontremolese, nato a Torrano nel 1927, ma la sua ben più ampia prospettiva sul mondo si era aperta fin da piccolo, quando all’età di 5 anni segue i genitori in Corsica, una delle vie di emigrazione più battuta dai nostri conterranei alla ricerca di lavoro.
A Bastia frequenta le scuole francesi e torna in Italia nel 1938, quando la guerra è ormai quasi una certezza. Papà Carlo e mamma Emma desiderano che prosegua gli studi, lo sognano architetto. Le scarse possibilità economiche della famiglia fanno sì che entri nel convento reggiano dei Frati Minori Cappuccini di San Martino in Rio. Si appassiona agli studi ed abbraccia con entusiasmo “questa vita di fare del bene”, come, dodicenne, scrive ai genitori sul finire del 1939. Nel convento matura la vocazione religiosa ed evolve il pensiero che lo accompagnerà tutta la vita.
Quel senso di “universalismo”, nato nel suo animo durante gli anni in Corsica, si specifica meglio in “universalismo della salvezza”. Un percorso di formazione culminato nella laurea in Pedagogia alla “Cattolica” di Milano e proseguito tutta la vita.
Non si può avere la pretesa di delineare la complessa figura di p. Aldo Bergamaschi in queste poche righe, sarebbe necessario almeno un libro. Che finalmente è arrivato grazie all’Associazione Aletheia che nel dicembre scorso ha curato il volume “Aldo Bergamaschi. Filosofo del Vangelo. La vita, il pensiero” (Edizioni San Lorenzo).
Un titolo che è un programma, il manifesto di un uomo che studia e indaga per conoscere, consapevole, come il filosofo “accanito ricercatore della verità” di essere “condannato ad una ricerca senza fine” e certo “di non potere mai esaudire il proprio desiderio”.
Il libro, che propone un’ampia biografia ragionata, offre numerose riflessioni del francescano, tratte da saggi, lettere e omelie. Emerge un uomo il cui percorso di ricerca fu fecondo quanto travagliato. Ad iniziare dai difficili rapporti con l’autorità religiosa che gli costarono un divieto di predicare durato ben dieci anni!
Una vita, la sua, ricca di incontri e di confronti. Quello con Padre Pio nel 1948 “alla vigilia della mia professione religiosa” e, soprattutto, quello con don Primo Mazzolari, del quale fu discepolo e collabotore, che avrebbe segnato tutte le sue scelte. Padre Bergamaschi si è spento il 15 giugno 2007: l’anno successivo la Città di Pontremoli gli ha dedicato una targa nella Piazzetta della Pace.
Al Comune aveva donato un lembo di terra di famiglia perché fosse il primo mattone di quella comunità umana mondiale che doveva essere retta da un governo planetario, nato dalla pace e dalla comunione dei popoli. Un’utopia della quale mai come oggi il nostro mondo avrebbe il dovere di sentire l’urgente necessità.
(Paolo Bissoli)