Un ricco calendario di iniziative nella località tra Garfagnana e Lunigiana
A metà strada fra Casola e Minucciano, nel territorio di quest’ultimo Comune, proprio sul confine tra Garfagnana e Lunigiana, la Pieve di San Lorenzo Martire si mostra in tutto il suo fascino di millenaria presenza lungo uno dei percorsi principali del Medioevo.
Un Comitato che si è costituito sul finire dello scorso anno, festeggia gli 875 anni dalla bolla con la quale Papa Innocenzo III indicava al Vescovo Gottifredo II come quella pieve fosse una di quelle che ricadevano nella giurisdizione della diocesi di Luni. Ma questa importante istituzione plebana ha origini ancora più antiche, tanto da farne una testimonianza più che millenaria della presenza cristiana in questa parte di territorio.
La prima citazione di Pieve San Lorenzo deve tuttavia essere ricercata qualche anno prima, almeno al 1128 quando compare nelle Decime della Diocesi di Luni – Sarzana.
Anche i confronti tipologici delle architetture superstiti, indicano – nonostante i rimaneggiamenti messi in atto nei secoli – una datazione tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo. Le vicende che caratterizzano la pieve sono ancora in gran parte da svelare, anche se è evidente come l’edificio abbia subito importanti lavori di ritrutturazione tra il XVII e il XVIII secolo per trasformare le linee semplici dell’architettura tardo romanica in quelle più elaborate del barocco locale.
L’interno viene “arricchito” con la presenza di nuovi altari, l’antica copertura in legno viene sostituita da una una nuova e coperta da volte affrescate.
Anche il campanile trecentesco, danneggiato da un terremoto, viene ricostruito.
Solo nel 1928 vengono ripristinate le linee antiche dell’edificio che, gravemente danneggiato dal terremoto di otto anni prima, è oggetto di importanti lavori di restauro.
Le volte, crollate, non vengono ricostruite ed è ripristinata la copertura lignea.
Ma il tetto deve essere ricostruito anche nel 1946 per rimediare ai danni arrecati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale diretti sulla linea ferroviaria e sulla strada statale. (Paolo Bissoli)
I Liguri nel mito e nella storia
Nella Pieve di San Lorenzo in Minucciano, al confine con Casola in Lunigiana, già diocesi di Luni, il 3 giugno l’arch. Stefano Calabretta ha riproposto il progetto di celebrare la ricorrenza degli 875 anni della Pieve, partendo dal ricordo della prima citazione nella Bolla di Papa Eugenio III emessa a Pisa nel novembre del 1148.
Una iniziativa sostenuta dalla parrocchia, con riferimento sia alla diocesi di Lucca che di Massa, dall’Unione dei Comuni della Garfagnana, dai Comuni di Minucciano e Casola e dalla pro Loco di Pieve san Lorenzo.
Ha presentato anche il programma delle manifestazioni iniziate già il 7 gennaio scorso e che vedrà la partecipazione come relatori di molti studiosi di storia e di architettura ed una tavola rotonda con Tomaso Montanari e don Luca Franceschini.
Nella stessa occasione Piero Barbieri ha tenuto un intervento su “Liguri nel mito e nella storia” illustrando tesi che portano nuova luce sui popoli che nel territorio della pieve già dai tempi preistorici hanno trovato qui un luogo ospitale.
Calabretta, nel suo lungo e dettagliato intervento, ha ripercorso le tracce lasciate da questo popolo a partire dal dopo glaciazione passando per il periodo del ferro e del bronzo, sottolineando i contatti con i popoli di oriente testimoniati persino in Erodoto, la loro evoluzione si realizza convivendo al fianco degli Etruschi fino all’arrivo dei Romani.
Una costante è la traccia della loro presenza nei luoghi del ritrovamento delle statue stele, caratterizzanti la loro cultura, collocandoli lungo l’arco a occidente del Magra con la denominazione di Sengauni. Vede in tutta la loro storia un riferimento alla Spezia e in merito al porto di Luni è dell’opinione che, seguendo la descrizione dello storico Strabone, vi si possano identificare le località di Tellaro e Lerici.
Presenze facilitate dall’influenza di un clima mite e di un territorio accogliente adatto a favorire le coltivazioni. Corrado Leoni