
Il vescovo Mario nella veglia di Pentecoste celebrata assieme ai giovani nella chiesa di san Sebastiano a Massa
Lo Spirito è una fede libera e autentica che non ha paura di vivere nel mondo e dentro le sfide della contemporaneità. Lo Spirito invita la comunità dei credenti ad uscire, insieme, per condividere il senso della vita con le donne e agli uomini del nostro tempo. Lo Spirito sa trarre unità laddove c’è diversità, ma senza annientare niente e nessuno, perché è l’unico che dalle diverse lingue trae l’unico linguaggio della fede.
Nella veglia diocesana di Pentecoste, presieduta dal vescovo Mario lo scorso 27 maggio, erano presenti tutti questi aspetti in una celebrazione dove il ‘filo rosso’ è stata l’invocazione dello Spirito perché, come ha recitato il vescovo nell’orazione iniziale, “scenda nuovamente su di noi, apostoli del nostro tempo, per annunciare il Vangelo a tutti”.
Presso il Centro Giovanile di Massa, con i giovani della Pastorale Giovanile, la veglia è iniziata con un richiamo alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, in programma a Lisbona dal 1° al 6 agosto, dove 60 ragazzi e ragazze della nostra diocesi, guidati dal vescovo Mario, vivranno una esperienza di fede viva, assieme ai loro coetanei provenienti da tutto il mondo.
Per questo motivo Carlo ed Emma, padre e figlia, hanno preso la parola sul palco, raccontando la loro testimonianza di pellegrini, dalla GMG del 1991 a Czestochowa, in Polonia, fino a Lisbona 2023. I partecipanti poi hanno attraversato le strade della città, segno di una fede ‘in uscita’, portando in spalla la Croce delle GMG, prima di giungere nella chiesa di san Sebastiano per la celebrazione della veglia di preghiera. Una chiesa gremita di fedeli dai territori della diocesi ha accolto il vescovo Mario, dove i canti eseguiti dal coro, le testimonianze offerte dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali e il clima di preghiera, sono andati a comporre una invocazione all’unisono e comunitaria dello Spirito.
Ilaria e Barbara hanno offerto la loro testimonianza di presenza attiva nel carcere di Massa dove, con impegno e dedizione, presentano una Chiesa in uscita, mentre Cesare e Maria Assunta, hanno raccontato come il Cammino sinodale della Chiesa italiana stia gettando semi di bene e di dialogo anche nella diocesi apuana, perché le comunità parrocchiali siano sempre più accoglienti e disponibili ai poveri e ai deboli.
Nella sua omelia mons. Vaccari, commentando la prima lettura dell’episodio della torre di Babele, ha evidenziato come esso rappresenti il modello di un mondo centrato sulla violenza, dove l’uomo confida solo nella forza e nella tecnica: un uomo che vuole raggiungere il cielo, ma basta a sé stesso e al tempo stesso opprime i suoi simili.
“Anche il nostro mondo sta vivendo un ritorno a questa logica imperialistica, dove gli Stati nazionali hanno una idea prevalente della guerra e della violenza, ma a questa violenza Dio ha risposto confondendo le lingue e portando loro scompiglio, con il vento dello Spirito che ha confuso i piani e le lingue degli uomini”.
Trascorsi allora cinquanta giorni dalla celebrazione della Pasqua del Signore, la Pentecoste offre l’occasione per invocare lo Spirito, “non solo per la Chiesa, dove ci sono chiusure, egoismi e individualismi, ma per tutto il mondo e soprattutto per il cuore degli uomini”.
Per il tramite di Gesù, infatti, viene accolta la sete di un mondo diverso, dove il desiderio di mettersi in relazione, il desiderio di essere perdonati da una colpa, la possibilità di ricominciare una vita dopo un fallimento, il desiderio di tessere relazioni di reciprocità e di amore, hanno il sopravvento.
“Una Chiesa che sia dialogo e ascolto – ha auspicato fra’ Mario – dove tutti sono inclusi e nessuno può essere giudicato: la Chiesa è inclusiva perché guidata dallo Spirito Santo che non ha timore a sporcarsi le mani. Lo Spirito ci ricorda, inoltre, la relazione tra il Padre e il Figlio e la sua missione redentrice di portare la pace, il perdono, la riconciliazione: ci dà la forza per continuare quell’opera che Gesù ha iniziato”.
Il vescovo, infine, ha fatto riferimento a come lo Spirito instauri un nuovo rapporto col creato: “Sappiamo quali danni la logica di sfruttamento e di potere sta creando nel nostro mondo nei confronti della natura. Lo Spirito ci aiuta, dunque, a riconciliarci con la natura, che viene vista e sentita come creazione, una manifestazione dell’amore di Dio Padre, come ci ha indicato anche san Francesco”.
(df)