Dal “modello Pontremoli” ecco il percorso delle Unità Pastorali

Dopo l’Unità Pastorale Città di Pontremoli, domenica 15 aprile a Massa nasce quella “Monte-Rocca-Turano-Cervara”.
Anche per Carrara novità in vista: nel centro storico ci sarà una unica realtà coordinata da un parroco.
Intervista al vicario per le entità territoriali, don Piero Albanesi.

Don Piero Albanesi, vicario per il coordinamento delle entità pastorali

La celebrazione della Pasqua del Signore, intesa come passaggio dalla morte del peccato alla vita della grazia di Dio, ci ha offerto lo spunto per considerare “il passaggio” che stanno attraversando alcune comunità parrocchiali della Diocesi apuana. Infatti la celebrazione dello scorso 22 gennaio in Concattedrale, ha sancito l’avvio ufficiale dell’Unità pastorale della città di Pontremoli, vero e proprio momento storico nell’ottica della riorganizzazione del territorio diocesano per armonizzare risorse e bisogni. Sabato 15 aprile, a Massa, sarà così il turno dell’Unità pastorale “Monte-Rocca-Turano-Cervara”, che coinvolgerà il territorio di quelle parrocchie e “vedrà la luce” nella chiesa della Madonna Pellegrina alla Cervara, dove il vescovo Mario sancirà ufficialmente l’inizio della nuova entità pastorale. In prospettiva, infine, un ulteriore passaggio sarà quello che coinvolgerà il centro storico di Carrara: infatti venerdì 26 maggio, nei locali del Centro Giovanile, è convocata una assemblea di tutti i fedeli delle parrocchie per affrontare questo argomento.
Volentieri abbiamo quindi interpellato don Piero Albanesi, vicario episcopale per le entità territoriali, che ha messo in evidenza alcuni aspetti di un percorso che giorno dopo giorno prende forma in diocesi. “Finalmente siamo partiti con questa nuova configurazione del territorio diocesano – spiega don Piero – forti delle convinzioni del vescovo fra Mario, supportato dal Consiglio Episcopale e dai Vicari foranei, che questa sia una strategia necessaria nell’ottica di quella riorganizzazione del territorio che metta insieme i bisogni e le risorse della nostra Chiesa diocesana: in questa nuova configurazione pastorale il Vicario foraneo infatti sarà una figura chiave, per il suo ruolo di punto di riferimento del territorio. Si tratta di un processo reso necessario dalle circostanze che stiamo vivendo e che abbiamo intrapreso con gradualità e metodo, in modo tale che diventi uno stile ecclesiale, dove ci saranno più presbiteri a servizio di comunità grandi, oppure parrocchie che saranno unite sotto il servizio di un unico pastore”.

Come dunque accompagnare e sostenere l’avvio di questi processi di rinnovamento?
“L’obiettivo è stato quello di delineare progressivamente gli orientamenti di riferimento per tutti, utili a definire i passi da fare, possibili e realistici, mantenendo un contatto diretto con i territori, grazie anche allo Studio Diathesis di Modena che ci ha seguito. Dagli incontri che stiamo facendo emerge come questi processi di unificazione e coordinamento siano particolarmente legati ad alcuni servizi, come per esempio il ruolo della Chiesa accanto ai giovani con le realtà dell’oratorio, oppure la presenza degli operatori della carità, oppure ancora l’organizzazione delle celebrazioni nelle realtà più piccole. Nei giorni scorsi poi è stato fatto un primo incontro dei sacerdoti e diaconi dei vicariati di Aulla e Fivizzano dove sono emerse buone disponibilità a mettersi in gioco per progettare insieme il futuro delle comunità, in questo caso in un territorio molto esteso che mette in campo numerose comunità”.

Una delle prossime tappe riguarderà soprattutto il centro di Carrara: come si intende agire?
“Per quanto riguarda il centro storico di Carrara, il modello a cui ci riferiremo è quello che è scaturito nel centro di Pontremoli, cioè ci sarà una unica realtà, coordinata da un parroco un moderatore e con dei sacerdoti che collaboreranno per la pastorale della città. In particolare su Carrara ci siamo incontrati con i 5 presbiteri che attualmente fanno servizio in città: 3 sono in servizio, di cui don Raffaello ha rassegnato le dimissioni, mentre 2 sono presbiteri religiosi che operano al Santuario del Carmine e al Centro Giovanile Diocesano, a fronte di 4 realtà aggregative importanti che sono la Lugnola, il Duomo, il Carmine e San Francesco”.

Che cosa è emerso dagli incontri?
“Grazie anche al contributo del vicario foraneo di Carrara, don Leonardo Biancalani, è emersa la necessità di rivedere la presenza della comunità ecclesiale in quel territorio, in vista della costituzione di un’unica entità parrocchiale, dove le varie parrocchie non saranno né canonicamente soppresse, né fisicamente sostituite, né accorpate dal punto di vista amministrativo (i CPAE rimarranno attivi ndr) ma risponderanno ad un moderatore con dei parroci in solidum, secondo il modello Pontremoli”.

Un “cantiere aperto”, dunque, dove un ascolto attento e profondo della realtà e delle persone rappresenta la bussola per un nuovo slancio della missione della Chiesa tra la gente.

(df)