
Le tessere annonarie e i provvedimenti di sopravvivenza nel territorio comunale dal 1944 al 1947.
L’allarme del sindaco Manfredo Giuliani: “nemmeno un etto di pane al giorno a persona”

Dai faldoni versati all’Archivio di Stato sezione dell’Annunziata a suo tempo consultati (ora da anni è purtroppo chiuso all’utenza) risulta la situazione quanto mai difficile nel centro storico di Pontremoli. Nelle frazioni chi aveva un po’ di terra propria o coltivava poderi a mezzadria non stava in abbondanza, ma la fame non la pativa, tanto più che per condizioni climatiche favorevoli i raccolti del 1944 furono molto generosi, una provvidenza se si pensa che la forza lavoro era soprattutto di donne, bimbi e anziani perché gli uomini validi erano in guerra. I bombardamenti infuriavano, molti sfollati soprattutto dalla Spezia ripararono da noi e trovarono aiuto.
Con la fine della seconda guerra mondiale sindaci Ottorino Buttini, Manfredo Giuliani, Delfino Miglioli, all’inizio Carlo Laba distribuirono le tessere annonarie per chi non aveva possibilità di procurarsi cibo: in totale furono 15.894. La tessera dava diritto a ricevere scarse razioni di generi alimentari per la sopravvivenza: era fame anche a guerra finita! Una carta del 17 maggio 1945 firmata dal Giuliani notifica al locale Comitato di Liberazione Nazionale che “c’è rischio di non avere neanche un etto di pane al dì per persona, non ci sono grassi sul mercato”. Una grande siccità nel nostro territorio compromise il raccolto di patate nel 1945, ne furono acquistati mille chili a Parma. Fu fatta richiesta al deputato Giuseppe Micheli e al capo partigiano Achille Pellizzari di interessarsi per avere carne congelata bovina o poter macellare bestie in loco, dato che c’era stato depauperamento sotto l’occupazione tedesca. I generi distribuiti venivano procurati soprattutto dall’ammasso obbligato del raccolto: valutato il fabbisogno familiare minimo, messa da parte la semenza per la nuova annata, si imponeva il conferimento nei “granai del popolo” della quantità eccedente.
Ogni azienda o podere doveva dichiarare la superficie destinata alla cerealicoltura. Venivano requisiti oltre ai cereali anche i grassi, olio prima di tutto, era poco e veniva importato dalla Puglia. Ancora nel 1946 era pubblicato l’elenco degli inadempienti e inviato dalla polizia annonaria alle autorità provinciali e ai Carabinieri: saltano fuori 36 nomi per il grano e 143 per i grassi. Un rendiconto del 10 novembre 1945 fa bilancio dei cereali prodotti nel Comune di Pontremoli nell’anno: grano quintali 4.747,22, messi da parte q. 849,58 per il seme, 3.611,88 destinati alle tessere e q. 285,76 destinati ai “granai del popolo” e distribuita la farina. Poco il granturco prodotto, solo q. 83,89. Per le castagne fresche o secche l’ammasso era volontario, però ci furono sequestri di farina di castagne poi distribuita presso il Consorzio agrario: kg. 2 per persona a lire 50 al chilo. Ancora nel 1947-48 ci fu l’ammasso dei cereali e il censimento annonario e razionamento dei generi alimentari.
Il sottocomitato del CLN di Pontremoli chiese al sindaco di controllare i prezzi dei grassi alimentari e di contrastarne il mercato nero diventato allarmante: in risposta fu fatta una commissione. Appena finita la guerra il Allied Military Government (AMG – Governo Militare Alleato) ordinò lo sblocco di alcune materie prime e prodotti finiti prima sotto controllo, dei laterizi e calce, e stupisce il blocco voluto di cartine per sigarette e stracci di canapa. Fu concessa una nuova fornitura di cuoio per risolatura di scarpe (kg.105). Nel 1945-‘46 furono distribuiti prodotti tessili e calzature per specificate categorie: impiegati, privati, pensionati, operai e salariati, profughi, sinistrati, partigiani, reduci militari e civili. Prodotti industriali furono distribuiti a cura del Ministero Industria e Commercio. I prezzi dal 1945 erano disciplinati e adeguati al mercato. Sul piano politico il Comitato CLN istituì una Commissione di istruttoria di epurazione, furono avocati i profitti di regime, liquidati i beni fascisti. A Pontremoli funzionavano Vigili del fuoco (6 persone), Guardia di Finanza (10 persone), Intendenza di Finanza (14), Ufficio Tecnico Erariale (14), Ufficio provinciale alimentazione. Maria Luisa Simoncelli