Quattro anni dopo il centrodestra allarga il consenso. Fa eccezione solo Pontremoli: 35,5% per la presenza di Cosimo Ferri candidato alla Camera per Azione-Italia Viva. Il PD veleggia attorno al 18%, quattro punti in meno rispetto al 2018
I pochi manifesti affissi negli spazi elettorali in piazza dei Macelli a Pontremoli alla vigilia del voto
Niente di nuovo sotto il sole per i risultati delle elezioni politiche nei comuni della Lunigiana dal punto di vista della leadership politica andata a instaurarsi sul territorio; molto da dire sulle cifre che la caratterizzano e confermano.
Già nelle politiche del 2018, infatti, il centrodestra prevaleva nella quasi totalità dei comuni: unica eccezione Pontremoli, dove Cosimo Maria Ferri (candidato indipendente nella lista del PD) era riuscito a trascinare il centrosinistra, in modo netto, in prima posizione, con un notevole 49,25% e il PD al 28,41, primo partito. In alcuni il distacco era notevole (fino al doppio della percentuale), in altri più ridotto, ma in mezzo molte volte ci stava il Movimento 5 Stelle (in quegli anni all’apice del successo presso l’elettorato) e quindi il centrosinistra risultava non secondo, ma terzo. In nessun comune, però, il centrodestra superava il 50% (la punta più alta era Tresana, 47,9%); nello stesso tempo, il risultato peggiore (a parte Pontremoli, 26,9%) si registrava a Fosdinovo (34,4%), dove M5S era salito al 30,8%. All’interno della coalizione, molto forte appariva Lega Nord, stabile attorno al 20%. Fratelli d’Italia navigava tra il 2,5 e il 4,5%. La seconda posizione era saldamente nelle mani di Forza Italia (dal 10,5 al 16%).
Quattro anni dopo, il terremoto. Il centrodestra è sempre primo (quasi) dappertutto, dove il ‘quasi’ è sempre riferito a Pontremoli. Qui, a prendere più voti (35,5%) è Cosimo Maria Ferri, candidato per Azione – Italia Viva; seguono il centrodestra (33,36%) e il centrosinistra (19,8%). Fratelli d’Italia è al 20,8%, dal 4% del 2018; il PD sfiora il 15%.
In diversi comuni – Bagnone, Fivizzano, Licciana, Villafranca, Zeri – la coalizione guidata dalla Meloni supera il 50%; a Tresana, dove per Forza Italia era candidato il sindaco Matteo Mastrini, arriva al 66,8%, con Forza Italia al 50,3% e Fratelli d’Italia “solo” al 13,3%, stesso risultato del PD. Negli altri comuni FdI presenta una forbice che va dal 21,2% di Licciana Nardi al 32,8 di Zeri; la Lega veleggia attorno all’8 – 9% (era sopra al 20% nel 2018), con punte estreme che vanno dal 3,1% ottenuto a Tresana al 12,7 di Zeri; Forza Italia registra spesso risultati a due cifre e raggiunge addirittura il 26% a Licciana Nardi e il 24,4 a Bagnone.
Solo note dolenti per il centrosinistra e il suo maggior partito. Tranne che a Pontremoli, è seconda forza in tutti i comuni e veleggia attorno al 20% (sopra al dato nazionale), con una punta del 30,12 a Casola in Lunigiana e 29% a Filattiera. Il PD è spesso tra il 15 e il 17%; sale in qualche comune oltre il 20%. Verdi e Sinistra solo in 3 – 4 comuni raggiunge il 4% e si pone in media al 2,8. A volte sotto l’1% è +Europa, che solo in pochi casi trova cifre un po’ più sostenute, attorno al 3-4%
Esce ridimensionato (ma in crescita dopo il tracollo degli ultimi tempi) il Movimento 5 Stelle, che nel 2018 era spesso posizionato attorno al 30% e comunque quasi sempre oltre il 20. Ora, molto più modestamente, si ritrova con risultati che stanno in media attorno al 10-12% ma con discese che possono arrivare, come nel caso di Bagnone, fino al 4%. Nella maggior parte dei comuni è terza forza. Un posto “soffiato” ad Azione – Italia Viva, che solo in qualche comune – Bagnone, Comano, Filattiera, Fivizzano, Mulazzo e Villafranca – raggiunge le due cifre; risultati ai quali non è di certo estranea la candidatura di Cosimo Maria Ferri. (a.r.)