La diocesi ha festeggiato  San Francesco Fogola

Sabato 9 luglio a Montereggio

A Montereggio, dove nacque il 4 ottobre 1839, la diocesi di Massa Carrara – Pontremoli ha festeggiato la ricorrenza di San Francesco Fogola, martire in Cina nel 1900, sabato 9 luglio nella ricorrenza della memoria liturgica. Alle ore 10.30, nella chiesa parrocchiale di S. Apollinare, il Vescovo Mario ha presieduto la celebrazione eucaristica, alla quale hanno partecipato molti fedeli giunti da varie località del territorio provinciale.
Ecco le riflessioni di Gianni Lazzarotti, direttore del Centro Missionario della nostra diocesi.
“È come unire i puntini per scoprire piano piano e ancora una volta un disegno già definito. Al posto dei puntini oggi abbiamo persone, luoghi, spazi geografici, nazioni: chi può immaginarlo? Chi poteva pensare a realizzare tutto questo se non lo Spirito del Padre? Finalmente siamo tornati a ripercorrere le strade della nostra bellissima terra, a salire su per la montagna verso Montereggio, paese natale di questo Santo Francesco Fogolla, purtroppo ancora a tanti sconosciuto. Un uomo innamorato di Dio, con un amore grande quanto quello del suo Santo Francesco e pronto a partire come lui per portare l’Evangelo agli infedeli.
Oggi in questo sabato di luglio, siamo saliti a Montereggio, insieme al nostro caro Vescovo fra’ Mario, siamo saliti verso il cielo terso, in una cornice di verde fresco riposante. Arrivati abbiamo scoperto con piacere un paese in attesa e anche quelli “lontani” hanno avuto gesti e parole di riverenza verso fra’ Mario, frate minore come il Santo che oggi festeggiamo e che riportava il saio francescano a ripercorrere le vie del suo paese natio. Sono emozioni che non si possono raccontare e che resteranno nel ricordo di tutti noi che oggi le abbiamo vissute e che proviamo e desideriamo compartecipare alla nostra grande comunità cristiana. Scrivo solo un’altra cosa e cerco di riportarla in maniera più fedele possibile facendo memoria delle parole del nostro Vescovo fra Mario condivise durante la sua omelia. Si tratta dell’invito a non cadere nell’ipocrisia e quindi a vivere con umiltà quanto ci è donato. È un messaggio importante che se messo in pratica ribalterà completamente il nostro modo di relazionarci con il prossimo, gettando nuovi basi per una società, di cui la nostra Chiesa è parte e testimone, sinceramente fraterna e solidale”. (Gianni Lazzarotti)