
Ascolti alti e tanti consensi (con qualche critica) per l’intervista concessa a Fabio Fazio

L’attesa crescente nei giorni precedenti l’intervista di Fabio Fazio a Papa Francesco, nella trasmissione di Rai 3 “Che tempo che fa” ha trovato ampia giustificazione. Nell’ora in cui è andata in onda, il programma ha ottenuto il 29,7% di ascolti e 9 milioni di spettatori lo hanno seguito dal principio alla fine. L’ultima stagione Fazio aveva ottenuto in media il 10,8% di share e circa 2 milioni di telespettatori.
Un successo che, però, ha suscitato i commenti più disparati. Prima di tutto la malcelata invidia di colleghi, che si sono lanciati nei più disparati “io avrei fatto… io avrei detto…”.
Non crediamo che ci siano state chiusure per domande su temi più “scottanti” di quelli trattati: Francesco ci ha abituati ad affrontare senza paura certi argomenti, da quello degli abusi, fino all’uso delle finanze vaticane. Il suo lavoro per risolvere problemi di quel tipo sta a dimostrare quanto egli creda nella possibilità di un cambiamento.
Quanto alla polemica su “diretta sì, diretta no”, la sostanza cambia di poco visto che sarebbe difficile immaginare che, in certe situazioni, gli argomenti non siano concordati in precedenza. Poi le critiche sul modo che il Papa ha di “mettersi in mostra”, di andare in mezzo alla gente. Qui la paura è che tali atteggiamenti tolgano quell’aura di sacro che sarebbe indispensabile per la “tenuta” dell’immagine che la Chiesa dà di sé al mondo. La scelta di Francesco appare chiara e del tutto condivisibile: non è sugli apparati esteriori che si può far conto per favorire il riavvicinamento alla fede di una società secolarizzata ma sulla credibilità, sull’onestà e sulla trasparenza di persone e istituzioni ecclesiastiche.
Non stiamo a scomodare le Sacre Scritture, ma la polemica del “come” proporsi alle folle ha origine fin dai tempi di Gesù e le sue risposte sono ben chiare.
La guerra è un controsenso della creazione, porta solo distruzione. “Con un anno senza fare armi si può dare da mangiare e fare educazione per tutto il mondo in modo gratuito”. Poi il dramma dei migranti: quello che si fa con loro “è criminale”; “il fatto che il Mediterraneo sia ora il cimitero più grande d’Europa ci deve far pensare”. I genitori devono stare vicini ai figli, anche “quando fanno qualche scivolata, anche da grandi”. Alla sofferenza dei bambini “non ho risposte… trovo solo la risposta: soffrire con loro”.
Sulle difficoltà della Chiesa: “Oggi il male più grande è la mondanità spirituale… che fa crescere il clericalismo… una perversione… Immagino la Chiesa del futuro come san Paolo VI nella Evangelium Nuntiandi: una Chiesa in pellegrinaggio”. Il perdono: “Tutti noi abbiamo il diritto di essere perdonati, se siamo capaci di chiedere perdono… Il padre del figliol prodigo aspettava il figlio per perdonarlo”. Il tema dell’aggressività distruttiva: “penso al bullismo nelle scuole, è un problema sociale”. “Comincia con una cosa piccola… no al chiacchiericcio, se hai una cosa contro l’altro o te la mangi te o vai da lui e gliela dici in faccia”.