
Piazze della Lunigiana Storica. Nei primi anni Trenta del Novecento qui esisteva un ampio sterrato frutto della demolizione del promontorio che separava la piana del Lagora, dove giace la città, da quella di Migliarina. Qui era stato costruito il palazzo del Governo progettato dall’arch. Franco Oliva

Piazza Europa, oggi la più importante della Spezia, trovò la sua sistemazione definitiva intorno al 1960, circa trent’anni dopo la radicale demolizione del promontorio che separava la piana del Lagora, dove giace la città, da quella di Migliarina situata a levante. Sul promontorio che dominava il Golfo, già presidiato nel 1455 da un ospizio dei Frati Minori Osservanti della Provincia Fiorentina, nel 1588 subentrarono i frati Cappuccini. La chiesa monastica dedicata a Santa Maria degli Angeli, consacrata il 24 aprile 1593, occupava il lato settentrionale di un piccolo chiostro circondato da terrazzi coltivati.
I guai del cenobio iniziarono quando le potenzialità strategiche del Golfo, con Napoleone prima e con i Savoia poi, iniziarono a farsi più pressanti. L’ otto giugno 1857, dopo sofferte vicende, i frati furono allontanati dai carabinieri perché il convento era stato venduto dalla Casa Ecclesiastica al Ministero della Guerra e della Marina.
Intorno al 1887 la struttura fu demolita per far posto alla batteria, detta dei Cappuccini, che si trovava, più o meno, sulla proiezione verticale dell’attuale palazzo comunale. La batteria era il caposaldo orientale della cinta di sicurezza della Spezia, completata nel 1889, e sovrastava quella (detta) del Mulino a Vento, serrando tra poderosi bastioni porta Rocca, punto di convergenza delle strade provenienti da Sarzana e dal cantiere di San Bartolomeo.

Tutti elementi che il piano del 1904-1908, redatto dal capo dell’ufficio tecnico del Comune della città, ing. Antonio Farina, propose di rimuovere per estendere la maglia urbana verso levante. Fu così che tra il 1921 ed il 1932, l’amena collina, decantata nei dipinti di Agostino Fossati, dopo riprese ed interruzioni dei lavori di scavo, fu spianata ed il terreno fu utilizzato per i rilevati stradali della nuova urbanizzazione.
Nei primi anni Trenta, al posto del promontorio esisteva un ampio sterrato che consentiva di collegare la direttrice di via Chiodo con il primo tratto, già costruito oltre il colle, e di aprire al traffico, il 27 ottobre 1930, viale Umberto I° oggi viale Italia. Sulla nuova piazza ancora sterrata affacciavano, nell’angolo nord ovest, il palazzo del Governo, attuale sede della Provincia, opera dell’architetto Franco Oliva, costruito tra il 1925 ed il 1928 e, dove oggi si trova il Jolly Hotel, un edificio suburbano del quartiere del Torretto. Verrà demolito per aprire, sul retro del palazzo del Governo, piazza Matteotti che ospiterà per un certo periodo il Monumento ai caduti di tutte le guerre, ricollocato nei giardini intorno al 1960.

Verso monte la quota più elevata dello sbancamento, condotta fino alla parete che ancora oggi ferisce la collina, offriva una superficie piana che sarebbe stata occupata dalla Cattedrale della nuova Diocesi costituita nel 1929. In quell’occasione fu bandito il concorso per il sacro edificio, titolato a Cristo Re dei secoli, al quale parteciparono centosedici architetti italiani con novantadue progetti.
Il 9 dicembre 1931, nella seconda fase del concorso, Mussolini approvò quello della coppia veneta Del Giudice-Cadorin. Il 15 marzo del 1934 l’architetto Franco Oliva vinceva il concorso per la realizzazione della casa dei Fasci Lunensi che doveva essere costruita nella nuova piazza, allora chiamata del Littorio. L’ edificio, divenuto Sede comunale dopo la distruzione del Palazzo Cenere, s’impose per la turrita volumetria, animata dal portico d’ingresso sormontato dalle quattro allungate aperture a tutto sesto del salone. A nord del palazzo si trovava un’isolato libero che fu ceduto, nel 1936, alla Federazione dei fasci e che, nel 1950, era pervenuto all’INAIL per realizzarne la sede, poi costruita altrove.
Rimasto inedificato, nel 2002 il lotto prese il nome di piazza Bayreuth, in omaggio a Wagner. Oggi si aggiunge come spazio di servizio alla piazza adiacente, allora chiamata Italia e poi Europa, che solo nel 1960, fu disegnata da fasce diagonali in travertino lastricate in porfido ed ornata, sul lato verso mare, da una fontana a zampilli verticali, opera dell’architetto Di Sacco.
Il palazzo del Catasto ed il condominio con mezzanino specializzato, opera dell’architetto Cesare Galeazzi, che ospita la sede della Camera di Commercio completarono, in tempi diversi, il lato orientale della piazza. Confrontando la cripta della cattedrale, unica parte realizzata del progetto vincitore del concorso del 1929, e quella dell’iperboloide costruito sui resti dell’antica collina, nei primi anni Settanta, si avverte la mutata cultura dei tempi. La nuova cattedrale fu pensata dall’architetto Adalberto Libera chiamato dalla curia della Spezia nel 1961. Deceduto nel 1963 l’opera fu completata dall’architetto Galeazzi nel 1975.
Dalle basse arcate della cripta, si passa alla pura forma geometrica, priva di qualsiasi contaminazione stilistica ed anticipatrice di temi futuri. La piazza fu poi completamente rifatta quando l’Amministrazione comunale decise di realizzare, sotto di essa, il parcheggio pubblico inaugurato nell’ottobre del 2016, che porta la firma dell’architetto Carlo Alberto Cozzani. La vecchia fontana fu sostituita con nuove vasche disposte sui lati longitudinali mentre la pavimentazione, ridisegnata prendendo spunto dalla precedente, non alterò troppo l’immagine sedimentata nella memoria di molti di noi.
Roberto Ghelfi