I numeri preoccupanti del disagio giovanile in Lunigiana

La Società della Salute denuncia un forte aumento delle fragilità in età evolutiva

Numeri preoccupanti: sono quelli del disagio adolescenziale in Lunigiana, certificati dalla Società della Salute attraverso l’Unità Funzionale Salute Mentale Infanzia e Adolescenza (UFSMIA) con sedi ad Aulla e a Pontremoli. La struttura, che svolge attività ambulatoriale di prevenzione, diagnosi e cura nell’ambito dei disturbi neuro psichiatrici in età evolutiva (dai 0 ai 18 anni di età), ha certificato che anche in Lunigiana distanziamento sociale e scuola da remoto hanno lasciato il segno sulla comunità giovanile. Su una popolazione di 6.483 persone sotto i 18 anni di età, sono stati 843 i pazienti presi in carico dall’UFSMIA nel 2020, mentre il loro numero già ammonta a 906 al novembre 2021; di questi più di 30 sono adolescenti che si trovano in situazioni di disagio molto grave, con richiesta di presa in carico urgente.

La dottoressa Isabella Bernazzani, medico responsabile dell’UFSMIA
La dottoressa Isabella Bernazzani, medico responsabile dell’UFSMIA

La dottoressa Isabella Bernazzani, il medico responsabile dell’UFSMIA ha spiegato che “l’aumento di richieste di adolescenti che presentano un diffuso disagio, emerso già nella primavera 2020 in seguito all’isolamento sociale dovuto alla pandemia da covid-19, è esploso durante il secondo lockdown, spesso in forme drammatiche all’insegna dell’attacco al proprio corpo: abbiamo registrato, quindi, condotte autolesive, crisi di aggressività e disturbi dissociativi”. Non solo: “quel che è peggio – aggiunge Bernazzani – è che cresce la fobia scolare, ovvero il rifiuto di andare a scuola, con la dipendenza grave da internet che si manifesta già dalle medie”. Nei casi di disagio più gravi si arriva addirittura al ricovero d’urgenza – aumentati del 50% nel 2020 rispetto all’anno precedente a livello nazionale – nei reparti di neuropsichiatria e psichiatria, anche se la dottoressa Bernazzani sottolinea che il ricovero “è l’ultima ratio”. Dietro ai numeri, ci sono persone: adolescenti e preadolescenti che sperimentano una situazione di disagio del tutto in linea con quello vissuto dal resto dei loro coetanei sul resto del territorio nazionale. Ne sono una testimonianza anche le sempre più frequenti risse scatenate anche in Lunigiana, le cui immagini rimbalzano via whatsapp di telefonino in telefonino, o le “movide” fuori dal controllo nei centri di aggregazione della Val di Magra o del litorale apuano. Ma la violenza, di cui anche i mezzi di informazione nazionale danno conto quasi quotidianamente, è solo la punta visibile dell’iceberg del disagio giovanile, fatto anche di manifestazioni meno visibili, ma non meno gravi, che mettono in discussione la narrazione edulcorata e un po’ retorica di una Lunigiana “isola felice”. Al contrario, secondo la neuropsichiatra “in Lunigiana c’è un grosso disagio fra gli adolescenti, esacerbato dall’emergenza sanitaria, con gli aspetti di sofferenza più importanti che coinvolgono maggiormente le ragazze. Ma tutti gli adolescenti si sentono più fragili e soli. Si è ridotto il desiderio di vita all’esterno, facendo emergere aspetti depressivi che inquietano e mettendo in crisi le famiglie di appartenenza”.

Quello lanciato dalla struttura della Società della Salute è un grido di allarme che richiama alle proprie responsabilità e alla collaborazione istituzioni, scuola, corpi intermedi, famiglie, il mondo delle parrocchie. L’équipe dell’UFSMIA – neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti e terapisti della neuro psicomotricità – da questo punto di vista svolge un ruolo cruciale, fatto di prestazioni (4.022 prestazioni neuro psichiatriche e psicologiche nel 2020 e altre 3.384 nei primi 9 mesi del 2021) e di collaborazione con i pediatri e i medici di medicina generale, con il Servizio Sociale, le istituzioni scolastiche, educative e giudiziarie. “I dati che emergono sul disagio psicologico dei bambini e degli adolescenti conseguenti alla pandemia – commenta il direttore della Società della Salute della Lunigiana, Amedeo Baldi – ci preoccupano molto. Da qui la scelta di attribuire al servizio un assistente sociale dedicato e il potenziamento dell’equipe degli psicologi”. (d.t.)