Domenica 2 gennaio – II di Natale
Sir 24,1-4.12-16 Ef 1,3-6.15-18 Gv 1,1-18
Il prologo di Giovanni è musica. E la musica devi lasciarla andare, devi seguirla, non puoi appesantirla con troppe paure, non puoi costringerla a piegarsi alle tue pretese…arriva, ti chiama, e se ne va. Lei è libera, tu puoi seguirla, se vuoi. Sarà così anche con Gesù, musica a narrare storie nuove, danza sulle macerie del fallimento, resurrezione in atto: per capirlo devi abbracciarlo. Sequela, musica. Se hai troppa paura lui cammina avanti. Se hai troppe pretese sul divino lui le forza fino a farle saltare. Se vuoi: musica.
Come vorrei essere capace di lasciar cantare il Prologo senza incorrere nel rischio di stringerlo nelle strettoie del mio pensiero. Come vorrei che le parole di Giovanni potessero fare quello per cui sono nate: scendere e tenderci la mano e invitarci a una danza libera e liberante come la Parola. Una Parola che, semplicemente, dice l’evangelista, sta al principio di tutto (In Principio era il verbo…). E quando senti una frase così o stai già danzando o non capisci. Ma se stai danzando, mentre il tuo copro disegna traiettorie invisibili e inaspettate, mentre la musica risveglia un corpo altrimenti condannato all’immobilità… mentre danzi capisci che la vita è davvero come la descrive il Prologo: c’è una Parola, un Suono, al Principio di ogni cosa. E il principio non è solo l’attimo lontano, quello che dà inizio a tutto, il Principio è il cuore della vita, è il battito vitale di ogni cosa, è la vita nella sua manifestazione. C’è la Parola di Dio al cuore di ogni cosa che non muore. E il segreto della vita è trovare il modo lasciarla cantare in ogni momento. Farla scaturire dal suo principio. Non è un principio cronologico è il Cuore delle cose. C’è il sussurro dolce di Dio in ogni espressione della vita, devi solo creare il silenzio giusto e avere saggezza sufficiente all’ascolto.
don Alessandro Deho’