Cammino sinodale:  la fase di ascolto

Intervista a don Maurizio Iandolo vicario per la pastorale. “Una Chiesa che accoglie tutti e non giudica nessuno”

Don Maurizio Iandolo

Nel maggio scorso la Chiesa che è in Italia ha dato inizio al cammino sinodale partendo dalle comunità. Questo cammino si inserisce nel Sinodo dei Vescovi che coinvolge tutta la Chiesa universale e che ha per tema la sinodalità. Domenica 17 ottobre l’amministratore apostolico mons. Gianni Ambrosio, in Cattedrale a Massa, ha solennemente dato avvio al cammino diocesano. In quell’occasione ha ricordato i tre atteggiamenti che dovrebbero guidarci in questo tempo di grazie: ascolto, discernimento, servizio. “Impariamo ad ascoltare e accogliere – ha detto il Vescovo – impariamo a lasciar da parte ciò che ingombra il cammino, e infine impariamo a lasciarci guidare dall’amore che si fa servizio, per passare dalla mentalità mondana a quella di Dio”. Per fare il punto sulla situazione abbiamo rivolto alcune domande al vicario per la pastorale, don Maurizio Iandolo.

Come sta procedendo la “macchina sinodale”?
“Il cammino sinodale è un cammino fondamentale per la nostra Chiesa particolare e coinvolge i sacerdoti dei vicariati, tutte le parrocchie, gli uffici pastorali diocesani, i movimenti e le associazioni. Tutti questi devono confrontarsi sui 10 nuclei tematici presenti nel Vademecum del sinodo internazionale. Attraverso le indicazioni che vengono date ai delegati diocesani dalla commissione sinodale nazionale, poi elaborati dalla commissione diocesana, dovremmo preparare una sintesi del lavoro svolto e mandarlo a Roma entro aprile – maggio del 2022. Una nota stonata per la nostra Diocesi è che in questo anno di ascolto e narrazione dovrebbero essere molto attivi due organi fondamentali: il consiglio presbiteriale e il Consiglio pastorale diocesano, che noi, per adesso, non abbiamo per la mancanza di un Vescovo titolare. Tuttavia cerchiamo di lavorare lo stesso con impegno e amore per la nostra Chiesa diocesana”.

Sono stati nominati i delegati parrocchiali e degli uffici?
“I parroci hanno ricevuto una lettera firmata dall’amministratore apostolico in cui si chiede se in parrocchia c’è il consiglio pastorale parrocchiale, da quanti membri è composto e nominare un delegato della parrocchia (oppure interparrocchiale), per partecipare ai lavori sinodali. La data della risposta era il 9 dicembre 2021 ma, per il momento sono giunte poche risposte. Per quanto riguarda gli uffici diocesani, nell’incontro che ho avuto ad inizio dicembre con i direttori si è deciso che dovranno esprimere un delegato al sinodo quelli che hanno la consulta”.

Quale sarà il loro ruolo?
“Una volta che avremo tutti i delegati, insieme con i facilitatori del Convegno Pastorale diocesano potremo convocarli per dare delle indicazioni sul metodo di lavoro da svolgere nei propri ambiti di provenienza”.

Quali proposte sono emerse dagli uffici pastorali per procedere nel cammino sinodale?
Gli uffici pastorali stanno elaborando delle interessanti iniziative di dialogo con i credenti e non credenti, avvicinando sempre di più i giovani a sentire il profumo di una Chiesa cattolica che accoglie e non giudica nessuno. Vedo l’interesse da parte degli uffici pastorali a svolgere un cammino sinodale, il desiderio di confrontarci e di condividere i progetti e la loro realizzazione”.

La prossima tappa, quindi?
“La prossima tappa sarà la convocazione dei delegati e facilitatori, nel mese di febbraio. Altra urgenza è coinvolgere tutte le nostre chiese parrocchiali, santuari e oratori attraverso una preghiera intensa e sincera affinché si possa arrivare a prendere coscienza della grande opportunità di questo evento che non può essere demandato soltanto ad alcune persone ma come un tempo favorevole, unico dopo il Concilio Vaticano II che coinvolga tutto il popolo di Dio, per rigenerare la nostra Chiesa Cattolica ferita, ma sempre viva alimentata dalla forza dello Spirito Santo che scrive dritto sulle nostre righe storte”.

Renato Bruschi