La prima Giornata Mondiale  dei nonni e degli anziani

Domenica 25 luglio. Il messaggio di Papa Francesco in un tempo difficile: “la pandemia è stata una dura prova”

Domenica 25 luglio sarà la prima Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani. Per questa ricorrenza, papa Francesco ha preparato un messaggio scritto e un videomessaggio nel tentativo di raggiungere anche coloro che hanno poca dimestichezza con la carta stampata. È un messaggio denso di tenerezza nel quale può parlare a cuore aperto proprio perché se anche non condivide la condizione di “nonno” condivide pienamente quella di anziano. È un parlare nel quale si sente la piena condivisione con la condizione di chi è avanti negli anni. Questa giornata si terrà sempre nella quarta domenica di luglio poiché essa è prossima alla celebrazione liturgica della festa dei Santi Gioacchino ed Anna, i genitori di Maria di Nazaret, quindi i nonni di Gesù. Il Papa è consapevole della difficoltà in cui molti nonni e anziani versano in questo momento. La pandemia li ha provati duramente. Molti sono stati contagiati, “tanti se ne sono andati o hanno visto spegnersi la vita dei propri sposi o dei propri cari, troppi sono stati costretti alla solitudine, isolati”.
A tutti egli ricorda che il Signore conosce ognuna delle nostre sofferenze e non gli sono indifferenti. C’è una tradizione che narra che Gioacchino fu allontanato dalla città perchè non aveva figli e quindi la sua vita era considerata inutile. Il Signore gli mandò un angelo a consolarlo e a dirgli che la sua preghiera era stata esaudita. Poco dopo nacque Maria.
“Ma anche quando tutto sembra buio, come in questi mesi di pandemia, il Signore continua ad inviare angeli a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: Io sono con te tutti i giorni”.
Il senso di questa Giornata voluta dal papa è proprio questo: che ogni nonno, ogni anziano, ogni nonna, ogni anziana – specialmente chi tra di noi è più solo – riceva la visita di un angelo! A volte avrà il volto dei nipoti, altre dei familiari, degli amici di sempre o di quelli che si conoscono proprio in questo momento difficile accompagnato da abbracci e sorrisi che abbiamo imparato ad apprezzare.
È importante recuperare i rapporti affettivi e amicali. Ma non è tutto. La vita non è mai inutile. Ai nonni e agli anziani sono affidati compiti importanti anche se non sempre riconosciuti. Ad essi soprattutto oggi, in tempi di vita frenetici e col rischio di restare senza memoria degli avvenimenti e delle virtù, diciamo, antichi, è affidato il compito di custodire le radici, di trasmettere la fede ai bambini e ai giovani, di prendersi cura dei piccoli. Malgrado la pandemia sia ancora presente sembra che si cerchi di dimenticare quanto è accaduto. Si pensa che tutto, improvvisamente possa ridiventare come prima.
Abbiamo già dimenticato le tante vittime lasciate sul terreno. Ci sarà bisogno di una nuova costruzione e il papa ricorda che ci sono tre pilastri che la dovranno reggere: i sogni, la memoria e la preghiera. Si sa, anche se non è pubblicizzata, che la preghiera vissuta nelle proprie case, spesso in solitudine dagli anziani è il grande polmone che dà ossigeno a questa nostra civiltà asfittica.
Ma non sono meno importanti i sogni da affidare ai giovani: nei sogni di giustizia, di pace, di solidarietà risiede la possibilità che i nostri giovani abbiano nuove visioni, e si possa insieme costruire il futuro. I sogni si intrecciano con la memoria: trasmettere, per esempio, i dolorosi ricordi della guerra può essere un dono prezioso alle nuove generazioni per apprezzare il valore della pace. Come la memoria di tante migrazioni può aiutare a creare un mondo più umano, più accogliente. La giornata dei nonni è sì la Giornata degli affetti ritrovati, ma deve essere anche la Giornata in cui ci si rende conto che ogni vita è “utile”.