Affidato ai missionari di Maria il Santuario della B. V. della Misericordia

A Massa

Tornerà ad essere un centro di spiritualità a disposizione della città di Massa: è questo l’obiettivo sotteso alla decisione, risalente al Vescovo Giovanni Santucci, nel dicembre scorso, di affidare ai missionari di Maria il “Santuario della Beata Vergine della Misericordia di Massa”. Lo spiega padre Enrico Di Vita, MdM. “Siamo davvero felici per questa scelta di mons. Santucci, siglata l’8 dicembre 2020, di rendere il Santuario un faro di spiritualità, nel cuore della città di Massa, aperto a tutti.
Qui sarà possibile attingere al grande tesoro del sacramento della riconciliazione e avere momenti di preghiera individuale e comunitaria. La scorsa settimana abbiamo celebrato la festa che ricorda la dedicazione della chiesa con grande solennità e nel pieno rispetto delle norme anti-contagio da Covid-19.
A presiedere il rito è stato padre Marco Rovai. I fedeli partecipano attivamente; ogni giorno entrano in chiesa diverse persone per recitare qualche preghiera. è evidente che in un tempo come questo, c’è tanto bisogno di nutrire lo spirito e di ritrovare la speranza”.
La chiesa è aperta tutti i giorni, mattina e pomeriggio, dalle 8.30 alle 12 e dalle 15 alle 18. Durante l’anno della fede, qui ha officiato il compianto don Adriano Giuseppini, offrendo quotidianamente il sacrificio eucaristico e l’adorazione del Santissimo Sacramento. Prima ancora di lui il Santuario della Misericordia di Massa è associato alla figura del compianto mons. Mariano Bianchi il quale ha speso molti anni della sua vita proprio tra queste mura prodigandosi per realizzare un restauro radicale dell’edificio che lo riportasse all’antico splendore. E così è avvenuto. Oggi chi entra in chiesa rimane colpito dalla bellezza e dalla luce singolare che si spandono in essa.
A proposito dell’origine della chiesa, negli archivi di Luni -Sarzana è conservata una lettera, datata ottobre del 1628, in cui viene descritto un oratorio, esterno alla città di Massa, costruito per la nuova immagine della “Beatissima Vergine detta della Misericordia” che fece la sua prima apparizione ad un pastore di Padova. In seguito, al posto dell’oratorio venne eretta l’attuale chiesa come ringraziamento alla Vergine “per la fine di una siccità durata parecchi mesi nel 1627”.
I massesi, infatti, durante questo periodo fecero una processione che partendo dalla chiesa di Piazza Aranci arrivò fino all’edicola della Madonna della Misericordia e giunti davanti alla venerata effigie iniziarono le litanie lauretane. Subito dalle prime invocazioni si vide apparire in cielo una nuvoletta perpendicolare alla sacra edicola che allargandosi gradatamente, sul finire delle litanie, rovesciò sulla zona un abbondante acquazzone per circa mezz’ora. Un altro miracolo che si attribuisce alla Madonna è quello di aver salvato la popolazione dalla peste che colpì duramente alcune regioni italiane. 
Fu il Duca Carlo I Cybo Malaspina a dare l’incarico a Raffaello Locci, canonico della Collegiata di San Pietro, di preparare il disegno del nuovo tempio. La chiesa fu iniziata alla fine del 1628 mentre l’affresco della Madonna fu ufficialmente trasferito nella chiesa il 14 marzo 1630.  Venne consacrata nel 1637 dal vescovo di Sarzana e cardinale, Gian Domenico Spinola. A metà del Seicento la chiesa sostenne molte spese per essere finita: si costruì il primo campanile, venne innalzata sulla lanterna la palla di rame con croce.
Il cardinale Alderano Cybo Malaspina, segretario di stato di Innocenzo XI, fu oltremodo munifico verso questa chiesa, dotandola di vistosi redditi per un largo servizio religioso quotidiano. E inviò da Roma alcune rare reliquie di santi martiri cristiani, conservate nei due altari laterali. Il fratello del cardinale, mons. Odoardo Cybo, Patriarca di Costantinopoli, invece, si adoperò per eliminare le acque provenienti dal canaletto di Volpigliano che, soprattutto in inverno, impedivano il facile accesso alla chiesa.
Nel santuario è conservata una preziosa tela del Fiasella che rappresenta il trionfo della “Madonna della Neve”, di fronte, nell’altare opposto, si trova un altro quadro di Carlo Cigoli che raffigura il presepe al cui centro spicca Maria in atto di sollevare Gesù bambino.
La chiesa è inoltre dotata di uno splendido organo storico, risalente al 1775.  “Abbiamo progetti pastorali per intensificare l’attività del Santuario – aggiunge padre Enrico – sia nella direzione culturale-musicale, sia nel potenziamento della preghiera, per farne un vero e proprio cenacolo di spiritualità mariana”.

R.B.