Compromettersi

Domenica 10 gennaio – Battesimo del Signore
(Is 55,1-11; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11)

02vangeloQuello che il messia vuole fare, che il Figlio di Dio vuole compiere è: immergersi in questa umanità. Definitivamente. Trent’anni di innamoramento ed ecco la decisione. E sarà decisione pericolosa. Contiene già la sua condanna a morte. Un Dio che si immerge nell’umanità come Gesù si è immerso nel Giordano è scandalo.
Molto meglio il coro degli angeli e la visita avventurosa dei magi. Meglio Erode che rimane lontano e i pastori che diventano buoni: è un mondo chiaro, netto, preciso. Immergersi no. Crea confusione tra il bene e il male. Il giudizio della gente sarà tremendo contro questo Dio che si immerge senza paura di lasciarsi contaminare. Immerso nelle case dei peccatori, nei giorni sfruttati delle prostitute, un Dio che non si ferma davanti ai pubblicani, ai traditori, agli assassini. Un Dio che non si ferma, un Dio che si immerge a dirci che senza questo ingresso totalizzante e amante nella vita del fratello la nostra azione sarà destinata al fallimento.
Un Dio che immergendosi con questo stile nelle scorie degli uomini si attirerà le condanne degli irreprensibili giudici della moralità altrui. Non si accorge che lo usano? Non riesce nemmeno ad accorgersi che quelli con cui sta sono peccatori? A cosa serve diventare come loro? Non riesce nemmeno a distinguere chi è con lui e chi contro di lui, come può dire di essere il Messia?
I commenti spietati della gente iniziano il rito della crocifissione, da subito. Probabilmente gli stessi pensieri sono passati anche nella mente del Battista. E chissà se almeno lui ha visto i cieli aprirsi o se solo Gesù ha sentito la voce del Padre dire: io ti amo così. Tu sei la verità del mio volto, in te il cielo può finalmente aprirsi a svelare il volto più profondo dell’amore.
Chissà se il Battista ha percepito qualcosa, se almeno ha intravisto il volo dello Spirito che come colomba posarsi su questo Gesù che sceglie (ed è forse il massimo del coraggio e della fede) di non preoccuparsi di difendere la sua immagine personale? Perché di quella si occuperà Dio stesso, magari scostando le tende dei cieli per farsi vicino. Nemmeno l’umiliazione più grande, quella della croce, riuscirà a convincerlo che è giunta l’ora di tutelarsi. Gesù sceglie di amare fino a perdersi nel mistero dell’uomo. Sicuro che ci sarà sempre un cielo pronto ad aprirsi per dire: io ti amo così. Figlio mio. Tu sei il volto del mio Desiderio.

don Alessandro Deho’