
Il sindaco Carletto Marconi vorrebbe trasformare un pericolo in una risorsa. I contatti con la proprietà

“La torre e quel che resta del castello di Treschietto devono essere messi in sicurezza e restaurati” a dirlo è il sindaco di Bagnone, Carletto Marconi, che da alcuni mesi ha avviato una serrata trattativa con i proprietari di una delle fortificazioni più suggestive della Lunigiana, ma anche in condizioni estremamente precarie.
Quel che resta del castello Malaspina, risalente al XIV secolo, svetta ad occidente del borgo, incorniciato dal profilo dell’Appennino. Abbandonato da lungo tempo, già alla fine dell’Ottocento era diroccato e negli anni il degrado è cresciuto, complici le avverse condizioni atmosferiche e anche alcune scosse di terremoto che ogni volta hanno provocato piccoli e grandi crolli nelle murature. Cadute di sassi che nel 2019 hanno spinto Marconi ad emettere l’ordinanza di chiusura della strada vicinale a fianco del castello e che da Treschietto scende nel torrente per poi dirigersi verso Corlaga dopo aver toccato Vico. Un itinerario ambientale di notevole pregio che da lunghi mesi è chiuso per non mettere a rischio l’incolumità degli escursionisti. Un provvedimento del primo cittadino bagnonese al quale ha fatto seguito l’intimazione ai proprietari di provvedere alla messa in sicurezza di quel che rimane del castello. Ma per la famiglia Franchi, originaria di Treschietto ma da lunghi anni trapiantata a Melegnano, intervenire è un grosso problema ed ecco finalmente aprirsi uno spiraglio per acquisire torre e castello al pubblico.

“Il discorso è avviato da lungo tempo e ora ha registrato una accelerazione – spiega Carletto Marconi – stiamo ragionando attorno a diverse ipotesi, dalla completa donazione del bene alla concessione per un lungo periodo, così che possa essere il Comune ad intervenire”. Guardando i ruderi si capisce subito che l’investimento per il restauro sarebbe ingente. “Certo serviranno risorse importanti – aggiunge il sindaco di Bagnone – ma abbiamo notizia che nel prossimo futuro gli enti pubblici potrebbero essere destinatari di finanziamenti proprio per la messa in sicurezza e il restauro di immobili anche di interesse storico e culturale. In questo modo potremmo far fronte all’investimento; in ogni caso va eliminato il pericolo che attualmente esiste e rappresentato dai crolli che ogni tanto si registrano”. Marconi spera che l’accordo con la famiglia Franchi possa arrivare in tempi brevi, magari entro la fine dell’anno, così da poter iniziare il lungo e complesso iter amministrativo che farebbe diventare realtà il progetto.
Lo studio di uno dei siti storici più interessanti del territorio e il recupero della torre e del castello malaspiniano potrebbero diventare uno dei progetti strategici del comprensorio, in grado di restituire alla collettività un bene abbandonato da secoli e di offrire alla comunità di Bagnone e di Treschietto in particolare, una risorsa capace di dare un contributo importante allo sviluppo sociale ed economico dell’area.
Paolo Bissoli
Il parere dell’arch. Mauro Lombardi
Un recupero ambizioso, utile allo sviluppo del territorio

“Senza alcun dubbio sarebbe più semplice per il Comune di Bagnone entrare in possesso del castello con una donazione o con un acquisto a prezzo simbolico – spiega l’arch. Mauro Lombardi che ben conosce il caso specifico del castello di Treschietto – così da poter ottenere più facilmente i finanziamenti necessari”. Ma il progetto di recupero di una struttura così degradata sembra molto complicato. “Si tratta di iniziare individuando il perimetro dell’area di intervento – spiega – eliminando i pericoli così da poter lavorare in tutta sicurezza. Gli interventi prioritari sarebbero quelli sulle mura del castello e sulla torre, per la quale bisognerà prevedere il ripristino di muratura e cerchiature della stessa per renderla poi fruibile al pubblico”. Insomma un progetto da realizzarsi in fasi diverse, un po’ come nel caso della torre di Comano, recuperata alcuni anni fa, e che presentava caratteristiche molto simili a Treschietto. Ma nel caso del borgo bagnonese ci sarebbe anche la possibilità di una visione più a lungo termine: sotto a quelli visibili ci potrebbero essere i resti delle murature dei secoli precedenti; indagini archeologiche nel sito potrebbero rivelare prospettive ad oggi difficili da immaginare. Torre e ruderi del castello Malaspina eretto al momento della creazione del feudo nel XIV secolo, sarebbero infatti solo l’ultima fase di una serie di fortificazioni esistenti in forme diverse magari già in epoca bizantina, su un promontorio che svetta dominante su tutta la valle. Per non parlare poi del possibile recupero della chiesetta medievale della quale sono ancora visibili resti di notevole interesse. “Ad oggi – conclude Lombardi – Treschietto è certamente una delle realtà lunigianesi più interessanti, in grado di essere un volano per il territorio, con evidenti possibili sviluppi turistici viste le risorse esistenti in zona”.
(p. biss.)