I “radar” del Monte Giogo a Comano

Annuale assemblea degli “Amici di San Caprasio”

Antonio Pagani durante la relazione in San Caprasio
Antonio Pagani durante la relazione in San Caprasio

Introdotta dalla presidente Lorella Giuli, si è tenuta sabato scorso ad Aulla, nella chiesa di San Caprasio, l’assemblea annuale dell’Associazione “Amici di San Caprasio”, dopo che le restrizioni causate dalle normative di prevenzione covid ne avevano impedito la realizzazione la primavera scorsa. Durante l’assemblea sono stati presentati e approvati il bilancio 2019, le modifiche statutarie, le relazioni sulle attività svolte e quelle previste per il 2020, queste ultime limitate dalla pandemia.
Durante l’estate appena conclusa si sono tenute due serate dell’Archeologia e quattro serate culturali – tutte in sicurezza, con distanziamenti e mascherine – che hanno visto conferenze tenute da Egidio di Spigna e Luigi Leonardi e concerti dei Sassofonisti della Spezia e di Mattia Ringozzi, oltre al una conferenza dedicata ai vent’anni di ricerche e restauri.
A fine assemblea, come consuetudine, si è tenuta una relazione storica, quest’anno di Antonio Pagani e dedicata alla scoperta di un luogo che ha sempre destato curiosità e leggende in tutta la Lunigiana: quell’altura appenninica ad oltre 1500 metri di quota, in terra di Comano, che rende visibili in buona parte del fondovalle della Magra due grandi parabole.
Gli abitanti li credevano radar, ma in realtà, come ha detto Pagani, erano antenne per comunicazioni militari, realizzate dalla Nato in piena guerra fredda e parte di un sistema di telecomunicazioni che fronteggiava i territori dell’alleanza russa. Quelle “sentinelle del cielo” che vediamo dalla Val di Magra comunicavano con una base simile posta sulle alture di Nizza, mentre altre due, visibili dal fronte emiliano comunicavano con una zona nei pressi di Roma.
In caso di un lancio missilistico o di un qualsiasi attacco, potevano informare subito tutte le postazioni difensive europee della Nato: la base è stata attiva fino al termine della guerra fredda coinciso con la caduta del muro di Berlino (1947-1991). Appena abbandonata, la base un tempo super sorvegliata, con alloggi per militari, bunker difensivi, mensa, cucine, sale radio-trasmittenti e riceventi, è stata devastata da vandali e persino occupata per un rave party.
Oggi le quattro grandi parabole in alluminio realizzate dalla ditta tedesca Krupp, alte 25 metri, restano come ruderi e non vengono smantellate perché è antieconomico il recupero dei materiali. Sul rapporto tra malattie e presenza della base, la discussione è aperta: da quel luogo non si diffondevano radiazioni, ma potenti onde radio: quando le antenne erano attive certamente non era prudente avvicinarsi alle parabole, ma niente di definitivo si può ancora dire.

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