Un 25 aprile senza cortei. Ancora una  volta pronti  a rialzarci

L’omaggio in solitaria del presidente Mattarella 

18Matteralla_25aprileLo scorso 25 aprile, ricorrenza della Liberazione dal giogo nazifascista, ci siamo commossi nel seguire il nostro presidente Sergio Mattarella mentre, senza alcun seguito, saliva la scalinata dell’Altare della Patria, con il volto coperto dalla mascherina in ottemperanza alle norme vigenti. In cima lo attendevano due corazzieri che hanno deposto la corona d’alloro al sacello del Milite Ignoto. Solo in quel momento, per rendere onore ai caduti di tutte le guerre, in segno di rispetto, il presidente si è tolto la mascherina.
“Oggi celebriamo il 75° anniversario della Liberazione, ha detto il presidente Mattarella, data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione. Fare memoria della Resistenza dei coraggiosi che vi ebbero parte rischiando per la libertà di tutti, significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti attorno al Tricolore. Nasceva una Italia nuova e gli Italiani, a partire da una grande sofferenza, coesi intorno a valori morali e civili di portata universale, hanno saputo costruire il loro futuro. Cari concittadini, la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova, per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a un’azione di rilancio economico e sociale. A questa impresa siamo chiamati tutti”.
Non si è scordato, il presidente, dei morti del Covid-19 esprimendo vicinanza ai familiari e riconoscenza a tutti coloro che si prodigano in prima linea rischiando la vita e perdendola per combattere il virus con alto senso di professionalità e solidarietà.
“Allo stesso modo, ha aggiunto, il ringraziamento va a coloro che permettono il funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali manifestando uno spirito solidale che onora la Patria nel segno della continuità dei valori che hanno reso straordinario, anche agli occhi del mondo, il nostro Paese”.
La chiosa – “Viva l’Italia! Viva la Liberazione! Viva la Repubblica!” – è risuonata dalle finestre e dai balconi. Da Nord a Sud, isole comprese, è stato uno sventolio di bandiere tricolori unito al canto “Bella ciao”, inno universale alla libertà; un successo transnazionale, tradotto in più di quaranta lingue.
Un modo per collegare il ricordo della ritrovata libertà con la speranza di uscire presto dall’incubo della pandemia e da una crisi economica, forse, senza precedenti. Oggi più che mai abbiamo bisogno di coesione nazionale, di unità, di responsabilità concrete, lungi dalle sterili polemiche, per affrontare la difficile fase di una nuova “ri-costruzione” contrastando anche tanti pericolosi virus della violenza, del razzismo, della discriminazione e riponendo al centro la dignità della persona e il diritto al lavoro. (Ivana Fornesi)