Tiziano Triani interprete di una tradizione senza tempo

16Triani_BattesimoGesùLa scomparsa di Tiziano Triani, intervenuta il 1° agosto di dodici anni fa chiuse praticamente un’epoca, quella caratterizzata da una generazione di artisti lunigianesi nati nel primo trentennio del Novecento e che ebbe modo di esprimersi soprattutto nel secondo dopoguerra su livelli di qualità che hanno tenuto alta la tradizione artistica pontremolese e lunigianese.

Massa, chiesa di San Sebastiano, 1985
Massa, chiesa di San Sebastiano, 1985

Tiziano, in pratica, fu l’ultimo di quella generazione, ma contrariamente a quanti guardavano agli eventi che caratterizzarono il primo Novecento dando un’impronta completamente diversa al rapporto con l’espressività artistica, non volle distaccarsi dalla tradizione che aveva segnato oltre due secoli della vicenda decorativa pontremolese e, proseguendo l’attività familiare, avviata negli anni cinquanta dell’Ottocento da un Angelo di origini parmigiane, proseguì nel filone operativo cui avevano fatto riferimento il padre Ruggero ed il fratello Angelo (1913-1986) che, più anziano di tredici anni, si assunse il compito di avviare al mestiere il rampollo di famiglia.
Con Angelo il giovane Tiziano iniziò una collaborazione di grandissimo spessore che li vide impegnati sia in imponenti lavori di restauro in palazzi e case pontremolesi testimoni dell’esplosione decorativa che caratterizzò il rinnovamento pontremolese tra Sei e Ottocento, ma li portò a realizzare interventi di decorazione ex novo in numerosissime chiese di Liguria, Emilia e Toscana, ognuno però portatore del proprio stile, al punto che la singola mano appare chiaramente leggibile in ogni passaggio, soprattutto quando compaiono delle figure, genere in cui si esprimevano in maniera molto differente.

Cristo e la sua Chiesa. Alseno (PC), 1982
Cristo e la sua Chiesa. Alseno (PC), 1982

Il sodalizio, che ebbe alcune punte di diamante, tra cui l’arredo completo della chiesa di San Lazzaro in Sarzana del 1960, si interruppe con la morte di Angelo avvenuta alla Spezia nel 1986 per un incidente sul lavoro.
16Triani_MadonnaPer Tiziano, al di là del dramma, la necessità di portare avanti con le sue sole forze la serie di committenze che continuavano a venire, vista la fama raggiunta dai due fratelli.
Se, però, c’erano già state occasioni importanti per esprimersi in proprio, come nella cappella dei Notai della chiesa di San Francesco in Pontremoli o nei cicli di affreschi della parrocchiale della Natività di San Terenzo al Mare del 1972, della chiesa di San Martino ad Alseno del 1982, nella chiesa di San Sebastiano di Massa del 1985, ora si trova ad affrontare opere ancora più impegnative come quella della Cappella della Madonna di Caravaggio nella Parrocchiale di Trevozzo in Val Tidone (PC), la decorazione della chiesa di Roverano (SP), e il grande trittico realizzato nella chiesa di Santa Maria del Suffragio a Piacenza che rappresentano, però, solo i vertici morali di una vicenda artistica che in pratica ha toccato quasi tutte le parrocchiali della Lunigiana in un elenco al momento impossibile e ancora tutto da definire.
16Triani_affrescoE’ questo il Tiziano che mette in luce le caratteristiche di pittore della tradizione con una formazione biblica ed evangelica di altissimo livello sulla quale impostava le proprie scelte iconografiche, realizzate sempre con la tecnica classica dell’affresco di cui rimase uno degli ultimi concreti conoscitori.
L’altro Tiziano Triani, però, è quello della pittura ad olio su tela, dove si espresse in diversi generi, ognuno caratterizzato dalla sua personalità prorompente, come le tante umanissime Madonne con Bambino, i nostalgici paesaggi della sua terra, gli irripetibili cespi di fiori dove le sue capacità cromatiche trovavano il modo per manifestarsi nella maniera migliore. Ma questa è tutta un’altra storia che tanti di noi conoscono ed apprezzano giornalmente. (lb)