Nella Pasqua del Signore, uniti a Dio nella preghiera

15PasquaFratelli e sorelle, è la Pasqua del Signore. Desidero farmi vicino, rivolgermi a ciascuno di voi, porgervi sottovoce un augurio di buona Pasqua. Le condizioni imposte dall’epidemia del coronavirus ci impediscono di vivere, come è tradizione, i momenti più belli ed espressivi della nostra fede e della nostra realtà di popolo. Siamo prigionieri. Seguiamo quanto accade tra noi e intorno a noi, siamo coinvolti per la morte e il contagio di tante persone che conosciamo, amici, parenti.
Così ci difendiamo e allo stesso tempo cerchiamo di aiutare tante persone che incontriamo. La risorsa che abbiamo è la preghiera. Pregare non è dire a Dio cosa deve fare, ma unirci a Dio per guardare la vita, il futuro con gli occhi suoi e fare quanto possiamo perché la sua volontà si compia. La preghiera è crescere spiritualmente e diventare sempre più costruttori di gioia e di pace, dice la comunione tra tutti i credenti. Dio è Padre e noi siamo fratelli, un’unica famiglia, un unico popolo di Dio. Ora separati dall’emergenza, domani nuovamente insieme per condividere la vita.
La Pasqua celebra la Resurrezione del Signore. Sarà occasione per vivere spiritualmente quanto non possiamo vivere nelle celebrazioni. La Domenica della Palme abbiamo cantato, guardando a Gesù, “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Abbiamo avuto occasione di rivivere questo momento caro a tutti noi, con in casa il ramo di ulivo che ricorda che il Signore è la nostra pace, la nostra protezione.
Il Giovedì Santo, ricordo dell’Ultima Cena, quando Gesù dona il suo Corpo e il suo Sangue per tutti noi, nostro cibo e nostra bevanda, per sempre, nell’attesa della sua venuta.

Il Vescovo diocesano, mons. Giovanni Santucci
Il Vescovo diocesano, mons. Giovanni Santucci

Il Venerdì Santo, la morte di Gesù sulla croce. Guardare a Gesù che muore crocifisso come a colui che dona la sua vita perché noi abbiamo la vita. La vita che vince la morte. La croce diventa segno di speranza.
Il silenzio del Sabato che ci prepara alla gioia della Pasqua. Gesù risorge per dire a tutti i credenti che non è la morte il nostro destino, ma la vita, la vita eterna nel suo Regno. Le sue parole: “Padre, voglio che dove sono io, siano anche tutti quelli che mi hai dato” sono la nostra fede.
Domenica di Pasqua, alle 12, tutte le campane delle nostre chiese suoneranno a festa per dire a tutti: “Cristo è risorto”. Questi momenti, celebrati dai nostri parroci nella solitudine delle nostre parrocchie, sono destinati a tutti noi, nella comunione e nella fede. Siamo uniti spiritualmente e continuiamo a farlo.
Pregheremo per le nostre famiglie, magari con l’aiuto della televisione o con altri strumenti dei social. Sentiamoci partecipi, in attesa di poter esprimere comunitariamente quanto vissuto nel silenzio.
A tutti voi giunga il mio augurio affettuoso e una particolare benedizione.

Mons. Giovanni Santucci