Aperto l’Archivio Pio XII: contributo fondamentale alla storiografia

La polemica sul presunto silenzio di Papa Pacelli sulla Shoah

11Papa_PioXIIIl 2 marzo la Santa Sede ha aperto l’Archivio di Papa Pio XII, pontefice dal 1939 al 1958. Il suo pontificato ha visto la seconda guerra mondiale, la Shoah, i totalitarismi, la “guerra fredda”, la mondializzazione, la persecuzione della Chiesa e dei cattolici e studiare le sue carte è molto importante per capire la storia contemporanea. è stato reso pubblico in anticipo rispetto ai tempi previsti dalla legge (75 anni dal momento della morte) poiché l’interesse per dare una risposta alle accuse mosse verso Pio XII è fortissimo.
Infatti al Papa Eugenio Pacelli è stato rimproverato il silenzio e la mancata difesa degli ebrei durante il nazismo e di non avere contrastato la deportazione degli ebrei romani subito dopo l’assalto al ghetto il 16 ottobre 1943. Gli storici studieranno in modo particolare i documenti riguardanti la seconda guerra mondiale, l’occupazione nazista di Roma (settembre 1943 – giugno 1944) e la posizione di Pio XII verso la Shoah. La storica ebrea Anna Foa ha dichiarato che per tutti consultare le carte di Pio XII è importante per conoscere la verità su un periodo così tragico della loro storia.

Sono 16 milioni di fogli in 15mila faldoni

11archiviosegretovaticano-3La schedatura dell’Archivio è durata 13 anni e sono stati visionati 16 milioni di fogli, 15.000 faldoni e 2.500 fascicoli. La Santa Sede ha messo a disposizione l’insieme dei documenti della Segreteria di Stato dal 1939 al 1958, 151.000 “Posizioni” di persone aiutate con descrizioni informatiche e 68 volumi cartacei di indici. Vi sono anche 538 faldoni divisi per singoli argomenti, le “Carte Pio XII”con i manoscritti del Papa e 3 fondi speciali.
Si potranno consultare anche le carte delle rappresentanze diplomatiche in tutto il mondo con 81 indici per circa 5.100 faldoni consultabili nella rete intranet dell’Archivio Apostolico, ex Archivio segreto vaticano. Saranno aperti anche gli archivi storici della Segreteria di Stato, dell’ex Sant’Uffizio, di Propaganda Fide, della Congregazione per le Chiese orientali, della Fabbrica di San Pietro e degli altri dicasteri vaticani. L’apertura integrale dell’Archivio di Pio XII è stata voluta da Papa Francesco per ristabilire la verità storica sul pontificato di Papa Pacelli e per fugare ogni dubbio sulla sua attività.
archiviosegretovaticano-6Le fonti documentarie devono essere lette e studiate molto attentamente e senza preconcetti, interpretate attenendosi a ciò che realmente dicono senza forzarle e senza distorcerle. Solo con questo metodo di ricerca storica potremo definire la figura di Pio XII in tutte le espressioni del suo lungo pontificato negli anni difficili e decisivi della storia del Novecento. Lo sterminato Archivio Apostolico diventa disponibile per fare e per ritrovare le ragioni della storia lavorando sulle fonti: nel presente ne abbiamo bisogno perché è diventato controverso e cattivo il rapporto con la storia.
“Peschiamo, qua e là, quanto possa essere utile per i dibattiti del presente, per le polemiche, per le discussioni. Stiamo abbandonando la storia come scienza, come branca del sapere, nelle scuole e nelle università. Non solo in Italia. Per di più confondiamo storia e memoria, accrescendo confusione e strumentalizzazioni” (Francesco Bonini). La storia va scritta sine ira et studio diceva già duemila anni fa Tacito grande storico romano: ora sono aumentate testimonianze e documenti per studiare bene il pontificato di papa Pio XII che è un misurarsi con le grandi questioni della storia contemporanea. La Chiesa infatti ormai è presente ed opera in tutti i continenti. Gli archivi aperti confermano l’apertura della Chiesa alla storia, con rifiuto di qualsiasi concezione ciclica e ripetitiva, per l’idea invece di un tempo dinamico, proiettato verso l’eternità, ma proprio per questo ben piantato nella realtà. 

11Papa_PioXIIbGli studiosi, i soli ammessi alla consultazione, sono chiamati ad un paziente e faticoso lavoro di almeno dieci anni sulle fonti per scrivere un buon saggio di storia come scienza di quel cruciale momento. Le accuse a Papa Pacelli, prima lodato per la sua attività umanitaria, iniziarono il 20 febbraio 1963 con la rappresentazione teatrale “Il Vicario” di Rolf Hochhuth andata in scena a Berlino. Siamo nell’epoca della “guerra fredda” tra Est e Ovest e la propaganda sovietica vede in Pio XII un sostenitore dell’Occidente – e tale fu – ed è per questo che costruisce contro di lui un castello accusatorio.
Da documenti, già pubblicati in “Les Actes et documents du Saint-Siège relatifs à la Seconde Guerre Mondiale” tra il 1965 e il 1981 su richiesta di Paolo VI, si evince che il 16 ottobre 1943 l’allora Segretario di Stato, card. Maglione, ha convocato l’ambasciatore tedesco per protestare a nome del Papa per il rastrellamento degli ebrei del ghetto di Roma.
Nei testi già dati alle stampe risulta anche l’attività della Santa Sede disposta direttamente da Pio XII a favore degli ebrei, degli oppositori politici e dei renitenti alla leva ospitati nei conventi, negli ospedali cattolici, nelle parrocchie, in Vaticano, in San Giovanni in Laterano, nella Basilica di San Paolo, a Castelgandolfo. Lo conferma anche il romanzo a fondo storico “Mara”di Ritanna Armeni appena edito da Ponte alle Grazie (pp. 258-259).

Paola Bianchi

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