Nulla è impossibile a Dio

Il “Gloria” degli uomini di buona volontà che il Padre ha visitato e sorpreso con la Sua Luce

48coro_angeliNatale, evento della imprevedibile sapienza di Dio. Il totalmente altro si rende esperibile “Noi abbiamo visto la sua gloria” (Gv 1.14). La ragione umana si chiede “Come è possibile?”. La risposta è semplice e solenne “Nulla è impossibile a Dio”(Lc 1.34.37). Il mistero ha bisogno di pudore e di silenzio” Maria meditava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,29).
Le nostre sono solo parole, pallide luci per un evento che rivelerà il suo segreto solo oltre le misure anguste del tempo e dello spazio. Natale di Dio, nuova creazione per cui, di generazione in generazione, la comunità cristiana torna ogni anno a proclamare, nella fede, la venuta di Dio e la sua presenza fra noi. Nondimeno la comunità cristiana ha avuto, fin dall’inizio, chiara coscienza dello “scandalo”dell’Incarnazione. Cristo, uomo nuovo, viene e tutto sembra restare come prima.
Accanto alla culla di Betlemme scorre il sangue degli innocenti. Il paradosso è solo apparente. Dio sa che l’uomo non può crescere se si prescinde dalla sua responsabilità. La libertà è la sua grandezza. Il male che continua senza sosta non è la smentita di Dio, bensì la conferma del Suo rispetto. Egli cambia i cuori, ma non meccanicamente. Mette davanti alla coscienza un tracciato antropologico nuovo, aggiungendo “se vuoi …”. Il canto e lo “scandalo” del Natale si sono accompagnati sempre. Tuttavia nel contesto attuale sembra affievolirsi il primo ed ingigantirsi il secondo.
Dio pare assente e la professione della fede si fa imbarazzata. Come celebrare il Natale in un mondo che pare organizzato per la morte? Come dire il Dio della dignità in un mondo in cui essa è violentata, calpestata, vilipesa in mille modi? Come cantare la più alta sorgente di speranza in una convivenza umana che sembra averla persa? In primo luogo urge allenare l’occhio a scorgere i germi del bene e della bontà. Sepolti dai mass-media, oscurati dai pregiudizi, sbiaditi da un diffuso, quanto facile atteggiamento qualunquista, per fortuna essi ci sono. E in abbondanza!
Importante inoltre la responsabilità sentita come rifiuto al fatalismo rassegnato. Non è vero che non si può far nulla. Cambiare si può. Se sapremo spenderci per il prossimo, se sapremo abbassare la fiducia nell’arroganza del profitto, se ci accorgeremo degli ultimi, emarginati dal scintillio apparente del mondo… allora si alzerà il Regno di Dio, come si leva ogni nuovo giorno sulla notte.
A queste condizioni potremo continuare il canto di Natale. Senza imbarazzo, senza fughe sentimentali ed intimistiche, tanto effimere quanto inutili. Sarà il canto dei liberati dal pessimismo o, più semplicemente, il Gloria degli uomini che il Padre ha visitato e sorpreso con la Sua Luce. Il canto che potrà continuare aldilà della festa e costituire motivo di sottofondo al quotidiano vivere.

(Ivana Fornesi)