Un tavolo di confronto sul futuro del personale dopo la protesta dei sindacati. I dipendenti di Fivizzano e Marina di Massa sono scesi in piazza contro l’ipotesi di passaggio dal contratto sanitario nazionale a quello delle residenze assistenziali

Alcuni giorni fa, davanti alla sede del centro Don Gnocchi di Fivizzano, ma anche di quella di Marina di Massa, per iniziativa di tutte le sigle sindacali (CGIL, CISL e UIL), si è tenuto un presidio di protesta da parte di tutti i dipendenti. Oltre 40 di loro, infatti, avevano ragione di temere il passaggio dal contratto sanitario nazionale a quello delle residenze assistenziali e di riabilitazione (Aris), col rischio, a partire dal 2020, di dover lavorare più ore e di percepire uno stipendio inferiore a quello attuale. Anche la qualità e il numero dei servizi, garantiti da fisioterapisti, infermieri, logopedisti, Oss e psicologi, ne avrebbero risentito. Il presidio, che è durato dalle 10 alle 12, aveva lo scopo di richiamare l’attenzione di tutte le istituzioni sulla questione, per cercare di porvi rimedio. Per questo i lavoratori dei due presidi, circa 250 in tutto, di cui 180 a Marina e il resto a Fivizzano, hanno deciso di manifestare con il sostegno dei sindacati. Diverse decine i lavoratori presenti alle due manifestazioni, scesi in campo proprio per evidenziare i danni che potrebbero causare le nuove condizioni contrattuali, sia per la qualità del lavoro in strutture delicate come quelle della “Don Gnocchi”, sia per le vite dei lavoratori stessi. L’appello è stato subito intercettato dal presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, che il 13 dicembre ha riunito un tavolo d’urgenza per affrontare tutte le problematiche del caso. Al tavolo erano seduti anche i sindaci di Massa e Fivizzano, Francesco Persiani e Gianluigi Giannetti, il direttore della Fondazione Fabio Carlotti e Catia Ciappi, responsabile dei presidi di Fivizzano e Marina di Massa. Pare che l’incontro sia stato fruttuoso e che abbia dato ampie garanzie per il futuro dei dipendenti e per gli investimenti sulle due strutture. In un comunicato dei sindaci dei due Comuni (il sindaco di Carrara, impossibilitato a partecipare, è stato informato telefonicamente) e del presidente della Provincia si legge che “i responsabili della Fondazione considerano i due presidi apuani strategici e che nei prossimi anni saranno oggetto di importanti investimenti, volti alla realizzazione di mini appartamenti per i famigliari dei pazienti”. Garanzie sono state fornite anche per il mantenimento delle risorse occupazionali, che non subiranno alcun declassamento e che, anzi, avranno possibilità di progressioni e premi di produttività. I sindacati hanno espresso fiducia e sollecitano tutte le istituzioni ad adoperarsi affinché a livello nazionale vengano rivalutate, come pare stia avvenendo, strutture come i Centri della Fondazione, che devono essere sempre più di eccellenza. A questo fine era nato il centro di Fivizzano, che, però, ha registrato qualche battuta d’arresto. Che sia la volta buona per riprendere il cammino, magari un po’ più accelerato?
Andreino Fabiani