Sinodalità, una necessità  per la Chiesa di oggi

A Bassagrande si è tenuto il primo ritiro del clero apuano del 2019

41ritiro_cleroLunedì scorso 28 ottobre, nei locali della parrocchia della Ss. Annunziata di Marina di Carrara ha avuto luogo il primo dei ritiri del clero della Chiesa apuana per il nuovo anno pastorale. Un buon numero di presbiteri e diaconi diocesani si sono ritrovati insieme a mons. Giovanni Santucci per una giornata di riflessione, preghiera e condivisione.
A guidare questa prima giornata è stato proprio il Vescovo Giovanni; don Marco Fabbri, presbitero della Diocesi di Volterra che avrebbe dovuto partecipare all’incontro sarà presente negli altri appuntamenti in programma. Mons. Santucci ha curato personalmente la prima meditazione, da lui incentrata interamente sulla “sinodalità”.
Dopo un primo momento di preghiera comunitaria il Vescovo Giovanni è entrato nel vivo del tema, quanto mai attuale da che Papa Francesco ha indicato nella “sinodalità una necessità per la Chiesa di oggi, un cammino che diventa cura per guarire da tutte quelle patologie di cui oggi soffre la comunità ecclesiale”. Se fino a qualche anno fa si parlava di collegialità, già con i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si iniziò a parlare di “sinodalità permanente”.
Ma è con l’inizio del pontificato di Jorge Mario Bergoglio che la sinodalità diventa un “cammino ecclesiale da fare insieme, clero e fedeli” fino ad assumere la forma più visibile e concreta della “comunione fraterna”. Allora il Sinodo – a tutti i livelli ecclesiali – diventa il luogo dove nella carità fraterna – e sotto l’azione dello Spirito Santo – si trovano convergenze e si materializzano cammini condivisi, clero e fedeli insieme. Ovviamente tutto questo – sottolineava il Vescovo Giovanni – porta con sé anche resistenze all’interno della Chiesa perché “risulta difficile per molti accettare questo tipo di prospettiva completamente nuova per la Chiesa cattolica, dato che fino a pochi anni fa per Sinodo si intendeva solo quello dei Vescovi”.
Per superare, anche a livello diocesano, queste difficoltà, monsignor Santucci indicava ai presenti due strade possibili: la prima strada, quella dell’ascolto, l’ascolto reciproco l’uno dell’altro… l’ascolto obbediente del Vangelo come Parola viva che indica il cammino… il sentirsi “unica Chiesa”, il senso dell’appartenenza ad una comunità di uomini e donne amate e salvate dal Signore; la seconda strada da intraprendere – rimarcava il Vescovo – è quella del cammino comune da fare insieme, ognuno con le proprie responsabilità e con le proprie specificità ecclesiali. Ed è proprio su queste due “piste” – concludeva – che la nostra Chiesa diocesana deve camminare nel prossimo futuro con sempre maggior convinzione.

(M.M.)