
Pieve di Sorano. Per tutta la comunità filattierese una grande gioia spirituale
È capiente la Pieve di Sorano, ma non abbastanza per accogliere la moltitudine di fedeli che, domenica 15 settembre, si è stretta attorno a mons. Antonio Costantino Pietrocola per festeggiare i quarant’anni del suo ministero sacerdotale. Il vescovo Giuseppe Fenocchio, infatti, lo ordinava sacerdote nella Cattedrale di Pontremoli il 15 settembre 1979, giorno in cui si onora la Vergine Addolorata, scelta anche per il ricordino della prima Messa, celebrata nella chiesa di Virgoletta, il paese natio, con l’invocazione: “Mater mea, fiducia mea”, ad invocare la sua protezione.
Attorniato da tanti confratelli, diaconi, chierichetti; in primis, dal vescovo di Volterra, suo conterraneo, mons. Alberto Silvani, mons. Antonio ha fatto il suo ingresso mentre il Coro “S. Giorgio”, sotto la guida del maestro Pierfrancesco Carnesecca, intonava “Tu es sacerdos in aeternum”. Nel corso della celebrazione, al coro maschile si è unito quello parrocchiale a voci miste; la voce solista di Caterina Carnesecca ha eseguito il “Magnificat” ed il “Panis Angelicus”.
Con tangibile emozione, appena raggiunto il presbiterio, mons. Antonio ha detto che i verbi più usati nel suo iter sacerdotale sono “magnificat e miserere”: il ringraziamento per la chiamata e la misericordia infinita per i limiti e le imperfezioni. Mons. Alberto Silvani, nell’omelia, ha sintetizzato gli anni trascorsi insieme in “quel piccolo mondo antico” virgolettese: culla naturale di vocazioni. Tutto ruotava attorno al campanile per cui era naturale coltivare la fede grazie alla testimonianza delle famiglie cristiane.
“Poi, ha continuato il presule, le nostre strade si sono separate per ricongiungersi, poi, al “Vescovile” di Pontremoli, in conseguenza della comune passione per la cultura classica e l’alta responsabilità nella formazione dei giovani, consapevoli entrambi che la cultura non è spolverare scartoffie d’archivio, ma aprire la mente a quanto di più sublime ha creato il genio umano. La tua scelta preliminare, però, è stata quella di essere sacerdote, non per la santità personale bensì per l’accompagnamento degli altri. Un sacerdote non si salva da solo, si realizza se trascina con sé le anime verso il Cielo”.
Altri interventi sono stati fatti dal vicesindaco di Filattiera, Giovanni Longinotti, e dai giovani, a nome dell’intera comunità filattierese in cui mons. Antonio opera dal novembre del 2002. Il filo conduttore è stato il dono e la responsabilità di annunciare “ai poveri la lieta novella” ed al mondo intero la Resurrezione di Gesù. Mons. Antonio, è stato detto, si è guadagnato la stima, l’affetto e la considerazione di una comunità non perfetta ma desiderosa di essere unita sulla strada della Parola che salva e che dà speranza vera.
Presenti molti studenti del Liceo Vescovile, di cui mons. Antonio è preside, e dell’Istituto “Malaspina”, dove il sacerdote insegna; i Cavalieri e le Dame del Santo Sepolcro e di Malta, il Serra Club di Pontremoli, gli amici di Virgoletta e di altri paesi limitrofi. All’uscita dalla Pieve la gradita sorpresa del concerto bandistico. A seguire un ricco, abbondante, gustoso “apericena” con tanto di torta augurale.
(i.f.)