Manfredo Giuliani fece risuonare nel presente il passato

30 giugno 1969: moriva 50 anni fa a Pontremoli: volle essere sepolto al mattino, presenti pochi amici. Cofondatore di “Apua Giovane”, fondò e diresse il periodico “Lunigiana”. Sono più di 165 le ricerche storiche da lui compiute. Nato nel 1882 in una famiglia con origini a Filattiera, frequentò il ginnasio a Pontremoli e il liceo a Pisa. Liberale e antifascista, fece parte del CLN di Pontremoli.

Manfredi Giuliani (1882 - 1969)
Manfredi Giuliani (1882 – 1969)

Il nome di Manfredo Giuliani risuona in Lunigiana per intitolazioni e per ricorrenti citazioni. Il Giuliani (Pontremoli 1882-1969) è stato guidato sempre da una passione dominante, quella di far nuova luce sui tanti e non facili problemi del passato della Lunigiana, li ha esplorati con alcuni precisi criteri: ha visto la sua terra in un orizzonte regionale e globale, ne ha individuato l’identità unica, pur nelle diversità e contrapposizioni di tante vicende; ha fatto scoperte con metodi scientifici di analisi che erano allora d’avanguardia, ha tracciato in anticipo rispetto alla ormai consolidata didattica moderna il percorso dello studio di un territorio che deve mettere al centro la vita, il pensiero, la storia delle persone che ad esso hanno dato e continuano a dare fisionomia; nelle sue ricerche ha messo in risalto l’anima di una terra che conosceva in ogni suo aspetto, ne condivideva le aspirazioni, ne sperava il riscatto e la considerazione sociale.
Nel 1982, centenario della nascita, è stato fatto un convegno su Manfredo Giuliani promosso da ben 13 Associazioni lunigianesi – testimonianza concreta del peso degli studi compiuti e dell’interesse suscitato – che hanno poi curato l’edizione di Saggi di storia lunigianese (Pontremoli, Artigianelli) presentato da Augusto C. Ambrosi e introdotto da Giuseppe Benelli. Raccoglie 21 testi del Giuliani a largo spettro: geografia storica, toponomastica e linguistica, topografia, vie di comunicazione, storia, architettura e urbanistica, politica, demografia, letteratura, etnografia, ritualità religiose, archeologia; sono tanti studi ma hanno convergenza di obiettivo, non sono per niente eclettici.
In onore di Manfredo Giuliani, nel 1965, la Deputazione delle Province Parmensi e l’Accademia Capellini pubblicarono una miscellanea Studi storici. Il Corriere Apuano, dove pubblicò alcune sue ricerche, nel n. 30 del 1969 dedicò un’ampia memoria da cui estraiamo le notizie principali, pubblicate anche nel volume di Luigi Armando Antiga Studi e ricerche sull’Alta Lunigiana, edito nel 1977 dall’ Associazione Culturale Pontremolese. “In punta di piedi e senza disturbare alcuno, se n’è andato”, per sua disposizione tumulato in ora insolita del mattino nel cimitero di Pontremoli, era morto il 30 giugno.
La famiglia Giuliani era originaria di Filattiera, un matrimonio la legò ai Maraffi e divenne pontremolese, iscritta nel libro dei nobili, alcuni suoi membri ebbero incarichi politici. Manfredo frequentò come esterno il ginnasio in Seminario, di carattere difficile fu ritirato e messo in collegio a Volterra, fece il Liceo a Pisa, qui si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia.
Non amava la cultura positivistica allora in voga, si orientò sul neoidealismo di Benedetto Croce, superando una fase di adesione al marxismo di Antonio Labriola (ne aveva seguito le ultime lezioni a Roma) e al socialismo di George Sorel. Nel fermento giovanile con Ceccardo fondò nel 1906 a Pontremoli Apua Giovane, fu un unico numero, esprimeva voglia di risveglio regionale della Lunigiana con capoluogo La Spezia da istituire come provincia.
Più matura è l’esperienza del periodico Lunigiana, fondato e diretto dal Giuliani nel 1910, voleva esprimere rinnovamento al di sopra delle divisioni politiche, è collegato con l’impegno di Ubaldo Mazzini e Achille Neri fondatori del Giornale storico della Lunigiana, l’intento è fare la regione Lunigiana col supporto di tutti gli studi utili a dare consapevolezza di una primitiva unità etnica ligure-apuana.
Sotto il fascismo si ritira nella solitudine del podere sulla Costa dell’Annunziata; segue le cure agricole dei mezzadri, non nasconde mai la sua avversione al regime e alle sue guerre, fa molte ricerche, sono più di 165 nell’arco della vita. Diventa uomo della Resistenza, amministra in modo saggio e previdente, in politica da agnostico passa al partito liberale sull’onda dei maestri Mazzini e Cattaneo, convinto che la libertà andava difesa dagli interventi dello Stato per una migliore soluzione dei problemi sociali.

Maria Luisa Simoncelli

Nominato dal CLN fu Sindaco di Pontremoli
dall’agosto ‘45 al marzo 1946

Se il contributo di Manfredo Giuliani alle ricerche storiche nel territorio della Lunigiana è ben noto, molto meno conosciuto è il suo impegno politico che lo portò anche ad essere Sindaco di Pontremoli per alcuni mesi. Studioso, appassionato e ammiratore del Risorgimento e di Mazzini, ebbe fin dall’inizio una convinta avversione al fascismo che lo portò ad un isolamento nel podere sulla costa di Orsola affacciata sull’Annunziata.
Ma con la fine del regime e l’inizio dell’occupazione nazista venne sollecitato ad entrare a far parte di un piccolo gruppo di antifascisti che sul finire del 1943 avevano iniziato ad incontrarsi clandestinamente per discutere della situazione locale e che avrebbero successivamente dato vita al Comitato di Liberazione di Pontremoli.
Il CLN teneva le proprie riunioni nella villa Poletti al ponte dell’Annunziata, sponda Saliceto. Tra gli altri ne facevano parte il padrone di casa, Gian Battista Poletti, e il gen. Pietro Ferrari che ne fu il presidente fino alla morte avvenuta il 1° febbraio 1945. Il 27 aprile Pontremoli è finalmente libera: il CLN nomina sindaco della città Ottorino Buttini che però resta in carica per meno di quattro mesi; a sostituirlo viene chiamato proprio Manfredo Giuliani, accettato da tutte le componenti politiche del Comitato quale figura indipendente anche se poi, nelle prime elezioni libere e a suffragio universale del 17 marzo 1946, avrebbe accettato la candidatura nella lista “liberal democristiana” che, tuttavia, uscì sconfitta dalla coalizione tra socialisti, comunisti, repubblicani e azionisti.
In quei sette mesi da sindaco Giuliani dovette affrontare tutte le emergenze ereditate dalla guerra e dalla gestione fascista del Comune, in preda ad una gravissima crisi finanziaria. Come ricorda Luigi Armando Antiga “seppe governare con vivo sentimento della situazione, compiendo opera di pacificazione e di saggia e previdente amministrazione. Promosse, con manifestazioni popolari e ricordi marmorei, solenni onoranze alle vittime nazifasciste nell’alta Val di Magra”.

(Paolo Bissoli)