Settimanali Cattolici, una presenza fondamentale per la vita del Paese

A Faenza e Forlì il convegno nazionale dei settimanali cattolici: “Colori d’Europa. Le sfide del Terzo millennio”. Agensir intervista il presidente Fisc, don Adriano Bianchi: “la comunicazione è a servizio della comunità; senza una buona comunicazione la comunità non cresce”. Il problema della sostenibilità economica.

Don Adriano Bianchi, presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici
Don Adriano Bianchi, presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici

La settimana scorsa si è svolto a Faenza e Forlì il convegno nazionale della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (FISC) sul tema “Colori d’Europa. Le sfide del Terzo millennio”, promosso da “Il Piccolo” e “Il Momento”, i settimanali diocesani delle due diocesi, per celebrare rispettivamente i 120 anni e i 100 anni di vita dei due giornali.
Scopo del convegno era quello di fornire un contributo qualificato alle riflessioni per costruire la cittadinanza europea e favorire il processo democratico di scelta dei propri rappresentanti. In occasione di questo importante appuntamento, al quale hanno risposto un centinaio di testate, presenti con i loro direttori e redattori, Gianni Borsa e Alberto Baviera di Agenzia SIR hanno intervistato il presidente della Federazione, don Adriano Bianchi, per fare il punto sull’impegno e sulla situazione dei settimanali diocesani.
Subito una precisazione: “La comunicazione è a servizio della comunità, perché senza una comunicazione buona la comunità non cresce”.
Sullo stato di salute dei settimanali, don Adriano afferma che, pur “in una situazione di trasformazione, ci sono persone che con passione e dedizione continuano a presidiare questo spazio e a servire le loro Chiese e comunità compiendo un lavoro quotidiano”.
40settimanaliFiscUn patrimonio importante, fatto di dipendenti, volontari e collaboratori che, in tutta Italia, cercano di raccontare al meglio ciò che accade nei propri territori. Le difficoltà nascono dal fatto che anche sul versante ecclesiale siamo in una fase di passaggio: “Le diocesi continuano il percorso di ripensamento della loro comunicazione… come settimanali cartacei non siamo più da soli, ci sono le radio, c’è il mondo digitale con i nostri siti web” e non è facile accettare questa sfida al cambiamento.
“Chi da decenni svolge questo servizio a volte è fermo ad alcuni modelli e fatica a vedere qualcosa di nuovo”, d’altra parte, sarebbe sbagliato anche abolire di punto in bianco il cartaceo perché significherebbe “far mancare il radicamento e il contatto con le persone”.
Il tema della sostenibilità economica di questo tipo di giornali chiama in causa l’indirizzo manifestato nei mesi scorsi dal governo. “Ci sentiamo un pochino traditi – dice il presidente – da uno Stato che attraverso una riforma chiede delle cose per poterti mettere a disposizione delle risorse”, premiando “sulle copie vendute, sul fatturato, sui ricavi”.
I settimanali si sono adeguati, anche con sacrifici, ed ora si pretende di ricominciare da capo, rimettendo in discussione quelle scelte. Nonostante ciò, don Bianchi assicura che la FISC parteciperà “agli Stati generali dell’editoria in maniera costruttiva, con proposte mirate a salvaguardare il valore del pluralismo” perché “crediamo che quella dei settimanali diocesani sia e resti una presenza fondamentale per la vita del Paese”.
Una sfida fondamentale è rappresentata dal mutamento dei potenziali lettori/fruitori e del loro senso di radicamento. “È chiaro – risponde don Adriano – che se sta cambiando la fruizione dobbiamo cambiare anche noi. Però non può venire meno il racconto di qualcosa che ci è prossimo. Questo rimane uno spazio di impegno per i settimanali diocesani”.

Un momento del convegno nazionale della FISC
Un momento del convegno nazionale della FISC

Se “il luogo in cui sei nato e cresciuto ti segna, anche per un giovane italiano che un domani andrà a vivere in un’altra città o anche all’estero, sarà importante poter avere chi racconta quel contesto che ha conosciuto anni prima. Lo farà attraverso una pagina web o con un’App, ma lo potrà fare solo se ci sarà ancora qualcuno a raccontare quella comunità, a dare dignità di notizia alle storie di quel territorio”.
Infine, una riflessione sui temi del convegno. “L’Europa, così come il mondo, entra nelle nostre case, nelle nostre vite, nei nostri territori. Per questo, i settimanali diocesani sono attenti al processo di integrazione europea. Del resto – rileva il presidente FISC – registriamo l’utilità, proprio sul versante europeo, di una maggiore informazione sulle istituzioni e le politiche comunitarie, e le opportunità offerte dalla stessa Ue”.
Se in questi ultimi anni l’euroscetticismo si è diffuso sempre di più, è anche vero che tutto questo è avvenuto “senza aver accresciuto le nostre conoscenze di base sull’integrazione comunitaria, su ciò che fa, o non fa, l’Europa per noi”.
C’è quindi bisogno di una maggiore informazione per giungere ad esprimere giudizi compiuti sull’Europa. “Quando sui nostri giornali diamo spazio ai temi europei, anche grazie al servizio offerto dal Sir, intendiamo portare l’Ue dentro le nostre realtà”.