Inaugurato a San Terenzo Monti il “Museo della Cultura della memoria” dei 400 civili uccisi qui, a Mommio, Vinca, Monzone, Gragnola, Tenerano

“Conoscere per riconoscere e acquisire la consapevolezza che non abbiano a ripetersi le tragedie provocate dall’ultimo conflitto mondiale”: da Fivizzano è questo il senso profondo del messaggio rivolto, in particolare, alle giovani generazioni da quanti sono intervenuti nel corso dell’inaugurazione del “Museo della Cultura della memoria” di San Terenzo Monti. Non possono essere dimenticati gli oltre 400 civili che nel 1944 hanno trovato il martirio a Mommio, a Bardine e Valla di San Terenzo, a Vinca, Monzone, Gragnola, Tenerano.
Ma vano sarebbe il ricordo, solo un cerimoniale calendarizzato, se non accompagnato dalla maturazione in ciascuno di una cultura della pace, alimentata dalla famiglia, dalla scuola, dalle istituzioni, dai governanti. Opportunamente, pertanto, la parola “cultura” è stata inserita nella denominazione del Museo. Da lì, in base all’obiettivo del progetto, inizierà un percorso storiografico e storicizzato, documentale, didattico-rievocativo delle stragi nazifasciste del Comune di Fivizzano; da lì prenderà il via “un cammino verso la pacificazione delle parti e delle coscienze, pur nel rispetto delle differenze storiche e giudiziali e delle rispettive responsabilità personali e collettive”.

All’inaugurazione del rinnovato museo, giovedì 23 maggio, erano presenti in molti, che hanno formato un lungo corteo diretto al Monumento ai Martiri Civili realizzato da Pietro Cascella, che domina tutta la vallata. Lì è stata depositata una corona di alloro, mentre un allievo della scuola di musica dell’Istituto Comprensivo “A. Moratti” eseguiva “Il silenzio”.
Dopo la benedizione del parroco don Maurizio ed il taglio del nastro da parte della vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni con il sindaco Paolo Grassi all’ingresso della sede del Museo, si sono succeduti gli interventi delle autorità, coordinati dal delegato alla memoria Roberto Oligeri. Grassi ha ricordato l’importanza dell’istituzione, nel 2010, della “Settimana della memoria” che ha visto, negli anni, il coinvolgimento di tutte le scuole del Comune con “azioni di sensibilizzazione tematiche, storiche, culturali, commemorative degli eccidi barbaramente compiuti dai nazifascisti nella primavera-estate del 1944”.
Dopo i saluti del prefetto di Massa Carrara, dott. Paolo D’Attilio, ha preso la parola il Procuratore Generale presso la Corte Militare d’Appello di Roma, dott. Marco De Paolis, che ha ripercorso l’iter processuale per l’accertamento delle responsabilità, anche personali, di quanti parteciparono a quei tragici fatti.

Il toccante discorso del Console Generale della Repubblica Federale di Germania, dott. Claus Robert Krumrei, che era accompagnato dal Console Generale aggiunto, dott. Peter von Wesendonk, ha più volte toccato la necessità della ricerca costante di comportamenti rivolti alla pacificazione. Le conclusioni sono state della Vicepresidente della Toscana Barni: “Musei come quello di San Terenzo sono importanti, perché custodiscono la memoria delle violenze nazifasciste, ben 822 in Toscana. Servono a risvegliare lo spirito critico, che è il miglior antidoto all’indifferenza e che solo la conoscenza storica può dare… E questo è ancor più utile in tempi in cui si inneggia pubblicamente al ventennio fascista, dimenticando le lezioni della storia. Non a caso la Regione Toscana porta avanti progetti come Il treno della memoria”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si pone il Museo di San Terenzo Monti, al fine di “facilitare il processo di studio e di condivisione dei fatti storici all’interno e all’esterno della comunità fivizzanese, anche attraverso attrezzature multimediali e didattiche, utilizzabili anche in lingua tedesca e inglese”.
Inoltre, con mezzi forniti dal Comune ai gruppi di visitatori potranno essere raggiunti da “ Valla” di San Terenzo tutte le località – Vinca, Mommio e Tenerano – e i siti che sono stati teatro del martirio della popolazione fivizzanese. Si può ben dire che il Museo rappresenta una grande lezione di storia, resa possibile dalla volontà dei paesani di San Terenzo, del Comune di Fivizzano e dall’amicizia e dalla collaborazione della comunità tedesca.
Andreino Fabiani