
La visita, organizzata dall’Ufficio IRC della Diocesi, ha compreso anche l’abbazia di Nonantola
Nell’ambito del percorso annuale di formazione, un gruppo di insegnanti di religione della diocesi, accompagnati dall’incaricato dell’Ufficio IRC, Pastorale scolastica e Scuole cattoliche Walter Fiani – don Mario Tucci, per impegni pastorali precedentemente assunti, ha dovuto rinunciare -, ha vissuto, domenica scorsa, un’intensa “giornata della cultura”, tra musei e chiese di Modena, per approfondire l’arte sacra come veicolo per la comunicazione della cultura cristiana nella scuola.
Le avverse condizioni meteo non hanno permesso di vivere la città nel suo insieme, tuttavia il gruppo di insegnanti di religione ha potuto cogliere alcune peculiarità dell’eredità estense e della spiritualità cattolica, incentrata sulla figura del vescovo Geminiano, a noi particolarmente caro, essendo patrono della città di Pontremoli. Al mattino, dopo aver partecipato, nella cattedrale, all’eucarestia celebrata in lingua latina e resa ancora più preziosa dal canto gregoriano, si sono aperte le porte del Museo del Duomo.
Tra le tante bellezze incontrate, una menzione particolare meritano le famose “metope”: lastre scolpite che rappresentano creature favolose e simboliche, che un tempo si trovavano sui muri esterni del Duomo. La guida ha poi spiegato l’opera dell’architetto Lanfranco e dello scultore Wiligelmo che qui hanno lasciato decisive testimonianze della loro attività artistica.
“Tutto nasce attorno a San Geminiano” ha precisato la guida, “sulla cui tomba sono state erette, in successione, ben tre cattedrali, dal V e XII secolo”.
Eccezionali i tesori conservati nei diversi saloni del museo: argenterie, paramenti, quadri, arazzi, ma anche monete dell’epoca del Barbarossa, codici miniati e libri liturgici.
Nel pomeriggio, il gruppo di insegnanti di religione si è spostato a Nonantola, per la visita della celebre abbazia benedettina, il cui priore, il canonico don Alberto Zironi, ha fatto da “cicerone”, illustrando al gruppo la storia millenaria dell’edificio, le sue particolarità architettoniche e i diversi avvicendamenti religiosi.
Oggi l’antica abbazia si fregia del titolo di concattedrale: è il cuore della vita della diocesi, di cui è la chiesa madre insieme al duomo modenese: è il luogo dove, dalla sua cattedra, l’arcivescovo abate presiede i sacramenti e proclama la parola del Signore; è il luogo in cui il seggio dell’abate, cioè la cattedra, esprime simbolicamente il suo ruolo di padre e guida della comunità cristiana.
“Come Modena è stata debitrice a San Geminiano – ha rilevato don Alberto – così Nonantola è legata alla testimonianza del suo fondatore, il monaco Sant’Anselmo che qui venne nell’VIII secolo”. Assai apprezzato è stato il percorso museale annesso all’abbazia, che permette di ammirare diverse opere d’arte della diocesi e alcune, delle quasi 4.500, storiche pergamene che vengono esposte a rotazione a motivo della delicata conservazione.
Desta stupore “leggere” in fondo ad esse le firme dei più famosi imperatori, papi o personaggi le cui gesta si incrociano solo nei libri di scuola: da Carlo Magno a Federico Barbarossa, da Ottone I a Matilde di Canossa fino al papa Giulio II. Volate via in un soffio le ore del pomeriggio, arricchiti da tanta bellezza, i partecipanti sono rientrati in sede mentre un’insolita neve fioccava sulle creste dell’Appennino.
La “giornata della cultura” è resa possibile grazie all’Ufficio IRC della Diocesi che ogni anno offre, gratuitamente, a tutti i docenti la possibilità di “aggiornarsi” andando per musei e città d’arte. Del resto, quale migliore formazione di quella che unisce passato e presente, antico e moderno, scoprendo, ancora una volta, che le radici della nostra cultura sono cristiane e che da esse non si può prescindere se si vuole comprendere l’oggi.
R.B.