Bagnone ha rinnovato il voto secolare: molto partecipata la festa della S. Croce
Un panorama del castello di Bagnone
Un panorama del castello di Bagnone

La reliquia della S. Croce, che si trova nella chiesa parrocchiale di S. Nicolò a Bagnone, non ha una storia ben precisa. Forse fu donata da Antonio Noceti, ricchissimo possidente, attorno al 1480. Nel 1527 un’epidemia di peste infierì sulla vallata: la popolazione si rivolse alla S. Croce invocandone protezione. Considerato che negli anni 1854/55 la zona fu, di nuovo, colpita dal colera, il Consiglio Comunale degli anziani di Bagnone, all’unanimità, istituì la festa votiva nel 1856, da celebrarsi a spese del Comune, nel giorno del 3 maggio, per la durata di un secolo rinnovabile sempre per cento anni.
Nel pomeriggio del 3 maggio la prepositurale si è riempita di associazioni con i loro labari, confraternite in rappresentanza di tutte le parrocchie del comune, autorità civili e militari e, soprattutto, molti fedeli. Per i bagnonesi, infatti, la S. Croce non è solo un oggetto prezioso che, secondo la tradizione della fede, contiene le reliquie della passione di Cristo ma il simbolo, per eccellenza, che li lega al Risorto.
La S. Messa delle 17, solennizzata dai canti del Coro parrocchiale diretto dal maestro Pierfrancesco Carnesecca, è stata presieduta dal parroco di Bagnone, don Andrea Nizzoli, coadiuvato dai confratelli della Fraternità S. Filippo Neri.
All’offertorio, il sindaco Carletto Marconi, con la Giunta al completo ed i consiglieri di minoranza Olivieri e Cortesi, accompagnati dal Gonfalone del Comune, ha offerto, nel solco dei padri, un fascio di cera avvolto dal tricolore.
Incisive le parole di don Andrea: “La glorificazione di Cristo, ha detto il sacerdote, passa attraverso il supplizio della croce. Per questo il Crocifisso, oggetto di obbrobrio, è divenuto, per i cristiani, simbolo di fede e di amore. Gesù ha rovesciato il senso della croce: morendo su di essa l’ha resa strumento di vita nella totale donazione per la salvezza dell’umanità. La croce è il trono su cui il Risorto regna sul mondo”.
Anche noi siamo chiamati a portare la nostra croce poiché, prima o poi, tutti ci scontriamo con la sofferenza, un calice amaro che non vorremmo bere mai. Solo affidandoci al Signore possiamo trovare la forza di guardare oltre l’effimero traducendo in pratica il significato della croce: accoglienza, misericordia, perdono, fiducia, speranza”.
Al rientro, dopo la processione lungo le strade del paese, accompagnata dalla Banda “S. Cecilia”, la benedizione; quindi, il ringraziamento del sindaco e della comunità di Bagnone a don Marco Giuntini, che ha svolto per anni il suo ministero a Bagnone (oggi è parroco ad Arpiola); in segno di gratitudine gli è stata donata una chitarra.
Al termine della celebrazione, in piazza Marconi, l’Amministrazione Comunale ha offerto un delizioso rinfresco preparato e servito con bravura degli studenti dell’Istituto Alberghiero “Pacinotti”.

(Ivana Fornesi)